Il nido conta? Studio dice sì: chi ci va
ha più risultati a scuola e sul lavoro
Analisi su 408 iscritti degli anni '90

Giovedì 11 Agosto 2016 di Elena Ferrarese
Il nido conta? Studio dice sì: chi ci va ha più risultati a scuola e sul lavoro Analisi su 408 iscritti degli anni '90

BASSANO DEL GRAPPA - Il nido è importante? Sì, e molto - secondo gli esiti del recente studio di Valerio Belotti, docente del dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova - sia per avere successo nella vita che per combattere la povertà. Oggetto della ricerca del professore - una delle pochissime fatte fino ad oggi in Italia - sono stati i nidi d’infanzia a Bassano del Grappa. Il tema, la partecipazione ai nidi e l’effetto di lungo periodo. Per il progetto, voluto dall’amministrazione del Comune di Bassano con la collaborazione di Maria Luisa Gusella e dell’assessore Oscar Mazzocchin, sono state intervistate 408 mamme (e qualche papà) di giovani iscritti ai nidi del comune dal 1989 al 1994, dei quali sono stati ricostruiti i percorsi formativi, quelli scolastici e le caratteristiche familiari.
 

 

I risultati sono inopinabili e fanno riflettere. «Chi è stato al nido - spiega Belotti - ha avuto meno bocciature a scuola, è arrivato al traguardo del diploma e a quello dell’università più dei coetanei che al nido non sono stati. Inoltre, il giovane che è andato al nido se oggi non studia, ha più facilità ad avere un lavoro». Il dato più interessante, però, è che queste differenze nei successi scolastici sono molto più evidenti tra i giovani con genitori che hanno titoli di studio brevi, come nel caso del padre senza diploma. Tra questi giovani, chi è andato al nido ha avuto il doppio di probabilità in più di diplomarsi. «Attenzione però, - specifica il sociologo - non è detto che chi non è andato al nido non possa avere successo, ma si può dire che chi ci è andato ha più probabilità di averne, a parità di condizioni».

Quest’analisi conferma le teorie di esperti a livello internazionale, come Heckman premio Nobel dell’economia, che sostengono come una via di uscita dall’aumento della povertà e della disoccupazione sia quella di investire sulla socialità dei più piccoli. «Diversi neuroscienziati - continua Belotti - sostengono che le capacità di apprendimento nei primi 36 mesi di vita sono incredibilmente veloci e soprattutto duraturi: rimangono come base per altri apprendimenti per il resto della vita. Però, perché si inneschi la connessione tra nido e apprendimento occorre che il nido (non chiamiamolo “asilo”) sia di qualità, che il personale sia ben preparato e che gli ambienti siano studiati per i bambini».

Su questo i nidi comunali di Bassano sono a buon punto. “Hanno da sempre cercato - secondo Maria Luisa Gusella -  di offrire alle famiglie un servizio di qualità, che rispetti tutte le norme di sicurezza, flessibile, aperto sia verso le esigenze dei genitori che verso il territorio, creando rapporti umani significativi con le famiglie, collaborando con i Comitati di Gestione e con l’Azienda Sanitaria Ulss 3». «A Bassano - sottolinea Oscar Mazzocchin - abbiamo registrato un aumento di iscrizioni dell’8 per cento, a fronte di una diminuzione del 4,5 per cento in generale in Italia. Occorre tener conto della nota povertà che diventerà sempre più rilevante: prima che dalle associazioni, l’aiuto dovrà partire dai nidi». 

Lo studio sui nidi d’infanzia di Bassano a cura di Valerio Bellotti è stato raccolto in un libro di prossima pubblicazione, dal titolo “I bambini tra cittadinanza e investimento”, presentato in municipio.

Ultimo aggiornamento: 14:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA