Quando Marostica si preparò alla guerra: la linea di trincee sulle colline

Giovedì 1 Dicembre 2016 di Maria Elena Mancuso
Alessandro Maroso e la brigata Sassari schierata sulla Piazza degli scacchi nel 1917

MAROSTICA - Una raccolta di immagini, reperti e testimonianze inedite per raccontare un aspetto della Grande Guerra che in pochi conoscono, l’esistenza di una linea difensiva italiana sulle colline marosticensi. Questo l’oggetto dell’incontro di venerdì 2 dicembre alle 20,30 in chiesetta S. Marco, nell’ambito della rassegna “Quattro passi nella Storia”. Incontro durante il quale sarà presentato il libro “La linea difensiva italiana sulle colline di Marostica nella Grande Guerra”. Ultimo tassello dello straordinario lavoro di ricerca sul primo conflitto mondiale, portato avanti in questi anni dall’Associazione ricercatori e amici della Storia e dal suo presidente Alessandro Maroso, autore del volume.
 

 

Un lavoro che riporta alla luce pagine inedite della storia cittadina durante gli anni della Grande Guerra e che chiarisce, oggi più che mai, l’importanza cruciale di Marostica, da sempre porta d’accesso all’Altopiano di Asiago.
«La linea difensiva sulle nostre colline - spiega Maroso - fu approntata per scongiurare un eventuale e possibile sfondamento austro-ungarico dopo gli eventi del maggio-giugno 1916». Dopo cioè la cosiddetta “Battaglia degli Altipiani”, la massiccia offensiva che le forze austroungariche lanciarono contro le posizioni italiane sull’Altopiano dei Sette Comuni, conquistando molto terreno, senza però riuscire a spezzare il fronte. «La linea fu interamente realizzata ed è tuttora ben visibile. A testimonianza vi sono i numerosi manufatti recuperati, i documenti e le testimonianze, inedite, che abbiamo raccolto in questo libro. Tra tutte quella della figlia di un artigliere mantovano che su quella linea ha combattuto».

Tante le storie scovate che s’intrecciano e riemergono dal passato, tornando a parlare ancora una volta degli uomini, protagonisti di quei giorni durissimi, ma non privi di speranza. Storie come quella dell’artigliere Pietro Tavacca, combattente sulla Cima d’Agù, che a Marostica trovò l’amore dando vita a una nuova famiglia.
Mantenere viva la memoria della Grande Guerra resta lo scopo di Maroso e della sua associazione. «Anche attraverso la conoscenza e la salvaguardia delle tracce lasciate da chi quella guerra l’ha vissuta e combattuta, a monito per le nuove generazioni».

Ultimo aggiornamento: 23:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA