Vacanze, dalla Transilvania ai fiordi: così il caldo cambia il turismo. «Un passaporto che registra le emissioni di carbonio per limitare i viaggi»

In uno studio gli effetti della rivoluzione climatica sull’industria delle vacanze

Mercoledì 4 Ottobre 2023 di Vittorio Sabadin
Vacanze, dalla Transilvania ai fiordi: così il caldo cambia il turismo. «Un passaporto che registra le emissioni di carbonio per limitare i viaggi»

Le vacanze non saranno mai più quelle di una volta e dovremo cambiare presto le nostre abitudini. I mutamenti climatici hanno reso infernali le estati nel Sud dell’Europa: la Grecia, gran parte dell’Italia e della Spagna hanno registrato quest’anno temperature insopportabili nei mesi di luglio e agosto. L’Acropoli è stata chiusa per il caldo eccessivo, Roma, Palermo e Siviglia hanno visto turisti boccheggianti tuffarsi nelle fontane o mettersi in salvo nei negozi dotati di aria condizionata. Quando si parla del caldo che fa si pensa sempre che si tratti di un’anomalia passeggera, ma non è così: le piacevoli estati trascorse nell’area Mediterranea appartengono al passato.

L’European Travel Commission di Bruxelles ha già registrato un calo del 10% delle presenze nel Mediterraneo a favore di paesi meno caldi, come la Danimarca, la Norvegia, la Svezia. 

LA PREVISIONE
La compagnia di viaggi Intrepid Travel ha collaborato con The Future Laboratory, una rinomata agenzia che riesce spesso a prevedere quello che avverrà, per immaginare come potrebbe cambiare il nostro modo di viaggiare entro il 2040, tra soli 16 anni. Nel rapporto Sustainable Future for Travel si dice chiaramente che destinazioni come la Grecia e Maiorca non saranno più visitabili nei mesi estivi, e che le aree poco sopra il livello del mare, come le Maldive e Giacarta, saranno sommerse dall’acqua entro il 2050. La stessa sorte potrebbe toccare a Venezia e ad Amsterdam, se non si farà qualcosa. Gran parte delle montagne sarà senza neve e le stagioni sciistiche, se non diventeranno solo un ricordo, saranno molto corte. 

Andremo sempre più a nord, faremo il bagno in Normandia o in Bretagna, o nei fiordi norvegesi o sulla costa inglese e andremo a sciare in Transilvania. Ma dovremo anche, dicono gli esperti, cambiare drasticamente la nostra mentalità sul modo di viaggiare e di visitare nuove mete. I giovani della generazione Alpha, quella nata dopo il 2010, difficilmente andranno in giro senza un rilevatore dell’impronta di carbonio sul loro smartphone che monitori ogni spostamento in relazione ai danni fatti all’ambiente. Alcune agenzie si stanno già organizzando. Intrepid Travel ha detto al Daily Mail di avere già introdotto su 500 dei propri itinerari una segnalazione del livello di emissioni che comportano, come si fa con i valori nutrizionali del cibo. 

IL PASSAPORTO DELLE EMISSIONI
Secondo le previsioni del Future Laboratory, entro il 2040 sarà necessario istituire un passaporto personale che registrerà le nostre emissioni di carbonio e che limiterà i nostri spostamenti nel caso superassimo la quota individuale stabilita. Si viaggerà dunque di più in treni confortevoli e veloci, torneranno i vagoni letto e gli aerei saranno usati solo per transvolare mari e oceani. I governi dovranno intervenire per fare in modo che la maggior parte del denaro speso dai turisti resti nell’economia locale, in modo da favorire un nuovo tipo di vacanza che aiuti a crescere le piccole comunità. Oggi 1,4 miliardi di turisti visita solo il 5% del pianeta, come si può facilmente verificare passeggiando per le strade di Roma, Firenze o Venezia. Ma entro il 2040 i turisti saranno attratti anche da nuovi concetti di ospitalità nomade con sistemazioni “flessibili” che non lasciano traccia sul paesaggio naturale. Come quelle che sta sperimentando l’Hotel 700.000 heures (700.000 sono le ore che una persona può vivere) con sistemazioni in piccoli villaggi che cambiano in continuazione. Secondo Darrell Wade, fondatore e presidente di Intrepid Travel, i mutamenti climatici «costringono il turismo ad evolversi e a diventare rigenerativo, poiché il modello attuale è insostenibile». Più che sui luoghi, «i viaggi saranno focalizzati sulle persone che incontri e sulle connessioni umane che formi». E più fresco farà, meglio sarà. 
 

Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 00:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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