I programmi di Papa Francesco per il 2024 non prevedono alcuna visita a Kiev.
«A me ha detto che di voler aspettare che la sua visita fosse un simbolo della fine della guerra. Dal momento che non vede la possibilità vuole ritardare la visita. Non appena le circostanze lo permetteranno, visiterà il nostro paese» ha spiegato il diplomatico ucraino illustrando poi la posizione della Santa Sede la cui retorica a suo parere è cambiata in modo significativo nell'ultimo anno. La Santa Sede si concentra di più sull'assistenza agli ucraini, in particolare sul ritorno dei prigionieri di guerra e dei bambini ucraini rapiti portati in Russia e Bielorussia.
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Il capo dell'ufficio del Presidente dell'Ucraina, Andriy Yermak, nei giorni scorsi ha parlato dell'importanza che la comunità internazionale sostenga strumenti che garantiscano il ritorno dei bambini ucraini deportati illegalmente in Russia. In questi giorni si è tenuta nella capitale ucraina la prima riunione della Coalizione internazionale per il ritorno dei bambini ucraini.
Papa Francesco per agevolare spiragli di dialogo aveva mandato a Kiev, a Mosca, negli Usa e in Cina il suo inviato cardinale Matteo Zuppi anche per siglare un accordo capace di riportare in patria circa 20 mila ragazzini ucraini deportati. Secondo la Russia i minori trasferiti per proteggerli dalle bombe e non per russificarli sarebbero molti di meno, circa un migliaio. Al momento, però, di bambini rientrati in Ucraina non ce ne sono che pochissimi, meno di una decina.
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