Epifania, i misteriosi Magi e la Cometa che li guidò a fino Betlemme quando non c'era Google Maps. Cosa c'è di vero e cosa dice la scienza

ll Vangelo di Matteo, scritto attorno al 60, dice che «mentre Gesù, Giuseppe e Maria erano ancora a Betlemme, poco dopo il parto, dei Magi venuti dall’Oriente" si erano recati in visita presso di loro, «guidati da una grande stella»

Sabato 6 Gennaio 2024 di Franca Giansoldati
Epifania, i misteriosi Magi e la Cometa che li guidò a fino Betlemme quando non c'era Google Maps. Cosa c'è di vero e cosa dice la scienza

Nel giorno dell'Epifania per i credenti si festeggia la visita simbolica con l'offerta dei doni e l'adorazione al piccolo Gesù bambino in una spoglia grotta di Betlemme da parte dei Magi.

Chi sono questi personaggi raffigurati nei presepi e nell'iconografia classica con ricchi abiti, cammelli, in grado a quei tempi di attraversare il deserto guidati solo dalla luce potentissima di una stella. Sicuramente erano quindi anche dotti e sapienti. Certamente figure estranee fino a quel momento al mondo ebraico e mediterraneo visto che provenivano dal lontano Oriente. Il Vangelo di Matteo, scritto attorno al 60, dice che «mentre Gesù, Giuseppe e Maria erano ancora a Betlemme, poco dopo il parto, dei Magi venuti dall’Oriente" si erano recati in visita presso di loro, «guidati da una grande stella».

Chi erano i Re Magi

Chi  in questi ultimi decenni ha descritto al meglio, ipotizzando chi siano stati i Re Magi, Melchiorre, Gaspare e Baldassarre, è stato il teologo Benedetto XVI: «I Magi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio, una firma che l’ uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare». 

L'ultima omelia di Ratzinger

Nella sua ultima omelia, ad un mese dalla storica rinuncia, Ratzinger ricordava: «Gli uomini che allora partirono verso l’ignoto erano, in ogni caso, uomini dal cuore inquieto. Uomini spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo. Uomini in attesa, che non si accontentavano del loro reddito assicurato e della loro posizione sociale forse considerevole. Erano alla ricerca della realtà più grande. Erano forse uomini dotti che avevano una grande conoscenza degli astri e probabilmente disponevano anche di una formazione filosofica. Ma non volevano soltanto sapere tante cose. Volevano sapere soprattutto la cosa essenziale. Volevano sapere come si possa riuscire ad essere persona umana. E per questo volevano sapere se Dio esista, dove e come Egli sia. Se Egli si curi di noi e come noi possiamo incontrarlo. Volevano non soltanto sapere. Volevano riconoscere la verità su di noi, e su Dio e il mondo. Il loro pellegrinaggio esteriore era espressione del loro essere interiormente in cammino, dell’interiore pellegrinaggio del loro cuore. Erano uomini che cercavano Dio e, in definitiva, erano in cammino verso di Lui. Erano ricercatori di Dio».  

La storia

Uno dei grandi scrittori francesi, Michel Tournier ha dedicato nel 1980 uno dei romanzi più belli ai Re Magi scritto usando diverse fonti antiche unite alla sua fantasia, per imbastire la più grande storia capace di attrarre e far riflettere interi popoli nei secoli. Gaspare, Re di Meroa, è nero ed è innamorato di una schiava bionda che lo respinge e lo inganna. Baldassarre, Re di Nippur, è un amante delle immagini contro la sua religione iconoclasta, e un collezionista d’arte. Melchiorre, Re di Palmira, è stato privato giovanissimo del suo trono dallo zio e ridotto allo stato di mendicante. Seguono la cometa lontano dalle loro terre a causa dell’amore, delle immagini e del potere. Alla stalla di Betlemme si inginocchiano per adorare il piccolo neonato. Quella carne – «visibile, tangibile con il suo brusio e i suoi odori» – trasfigurata in spirito. La verità dell’arte, racconta Baldassarre, è carnale: «non c’è bellezza se non per l’occhio, l’orecchio o la mano». 

La parola

In realtà la parola Magi è una traslitterazione del greco “magos” e si riferisce al titolo di “re-sacerdoti” dello zoroastrismo, tipici dell’ultimo periodo dell’impero persiano. Quanto alla luce in cielo, la cometa, capace di orientare questi misteriosi viaggiatori,  secondo altri studiosi va collegata a Origene, teologo alessandrino del III secolo, convinto che quel fenomeno in cielo fosse da riferire proprio ad una cometa anche se studi recenti tendono ad escludere la possibilità di una Cometa di Halley di passaggio in quel periodo storico, ipotesi questa fatta nel XVIII secolo da un astronomo, Giovan Battista Baratta mentre per un altre grande scienziato, studioso dei moti celesti, Keplero sarebbe stato più probabile una congiunzione in cielo di diversi pianeti. Tutto da verificare, in ogni caso un mistero ancora da risolvere. 

Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA