L'ultima udienza del 2023, il 27 dicembre, l'aveva chiusa con l'invito ai fedeli a non dialogare mai col diavolo, forza potentissima e perniciosa che agisce nell'oscurità.
Stamattina all'udienza generale Francesco ha ricordato che dopo l’episodio del battesimo, i Vangeli narrano che Gesù si ritira nel deserto, dove viene tentato da Satana. «Anche in questo caso ci si chiede: per quale ragione il Figlio di Dio deve conoscere la tentazione? Anche in questo caso, Gesù si mostra solidale con la nostra fragile natura umana e diventa il nostro grande exemplum: le tentazioni che attraversa e che vince tra le pietre aride del deserto sono la prima istruzione che consegna alla nostra vita di discepoli. Egli ha sperimentato ciò che anche noi dobbiamo sempre prepararci ad affrontare: la vita è fatta di sfide, di prove, di bivi, di visioni che si contrappongono, di seduzioni nascoste, di voci contraddittorie. Qualche voce è perfino suadente, tant’è vero che Satana tenta Gesù facendo ricorso alle parole della Scrittura».
SATANA
Nell'ultima udienza del 2023 aveva fatto, invece, presente un rischio elevato per i fedeli: «Con il diavolo non si dialoga, non si deve mai discutere. Perché lui è più furbo di tutti noi e ce la farà pagare (…) Attenti: è astuto e intelligente. Per tentare Gesù ha usato addirittura le citazioni bibliche! Con il diavolo non si dialoga e con la tentazione non cediamo: chiudere la porta!». Bergoglio era partito proprio dall'inizio della Bibbia, là dove il libro della Genesi, attraverso il racconto dei progenitori,presenta la dinamica del male e della tentazione: «Pensiamo al paradiso terrestre. Nel quadro idilliaco rappresentato dal giardino dell'Eden, compare un personaggio che diventa il simbolo della tentazione: il serpente. Il serpente è un animale insidioso: si muove lentamente, strisciando sul terreno, e qualche volta non ti accorgi nemmeno della sua presenza, perché riesce a mimetizzarsi bene con l'ambiente. Soprattutto per questo è pericoloso. Quando comincia a dialogare con Adamo ed Eva dimostra di essere anche un dialettico raffinato. Incomincia come si fa nei pettegolezzi cattivi, con una domanda maliziosa: 'È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?»'.
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In dieci anni di pontificato Papa Francesco ha ripetuto centinaia di volte che con il Principe delle Tenebre bisogna stare alla larga: con lui non si discute, non si dialoga, non si negozia. Non si tratta, ovviamente, del diavoletto col forcone vestito di rosso, ma di una forza malvagia, reale, che si insinua ovunque, sotto le pieghe della storia, persino nella Chiesa. Va da se che costituisce la radice di tanti problemi: divisioni, liti, scismi, comportamenti sbagliati, corruzione, visioni distorte della realtà.
ESORCISMI
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In un libro recente è stato chiesto a Bergoglio se avesse mai praticato un esorcismo nel corso della sua vita sacerdotale. Ecco la risposta: «Quando ero arcivescovo di Buenos Aires ho avuto diversi casi di persone che son venute da me dicendo di essere indemoniate. Le ho mandate a consulto da due bravi sacerdoti “specialisti”: non sono guaritori, ma esorcisti. Uno si chiama Carlos Alberto Mancuso ed era esorcista nella diocesi di La Plata. L’altro era il mio confessore, padre Nicolas Mihaljevic, gesuita nato in Croazia. Entrambi mi hanno detto successivamente che di queste persone soltanto due o tre erano realmente vittime di possessione diabolica. Le altre soffrivano di ossessione diabolica, che è cosa ben diversa perché non avevano il diavolo in corpo. Questo è bene specificarlo».
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Francesco è convinto che il demonio si attrezza ad attaccare tutti, senza distinzioni, e cerca di colpire soprattutto coloro che hanno più responsabilità nella Chiesa o nella società. Anche Gesù subì le tentazioni da parte del diavolo e si pensi anche a quelle di Simon Pietro a cui Gesù disse: «Vattene via da me, Satana». Anche il papa quindi è attaccato dal maligno. Siamo uomini e lui prova sempre ad attaccarci. È doloroso, ma di fronte alla preghiera lui non ha nessuna speranza! E poi è vero, come disse san Paolo VI, che il diavolo può entrare anche nel tempio di Dio, per seminare zizzania e mettere gli uni contro gli altri: le divisioni e gli attacchi sono sempre opera del demonio. Lui cerca di insidiarsi sempre per corrompere il cuore e la mente dell’uomo. L’unica salvezza è seguire la via indicata da Cristo».
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LIBRO
L'idea di Francesco è che vi siano diversi diavoli. Alcuni più perniciosi di altri. A Fabio Marchese Ragona, nel libro sul demonio, ha spiegato: «Penso che ci sono dei demoni molto pericolosi e parlo dei diavoli “educati”. Ne parla anche Gesù, lo leggiamo nel Vangelo di Luca: dice che quando il cattivo spirito è cacciato via, vaga per il deserto cercando sollievo. Ma a un certo punto si annoia e quindi torna a “casa”, da dove era stato cacciato, e vede che la casa è sistemata, è bellissima, come quando lui era dentro. Va a prendere altri demoni più cattivi di lui, li porta, entrano in quella casa, educatamente, suonano il campanello, vanno prendendo possesso in modo educato. L’anima non avendo cura di esaminare la coscienza non se ne accorge. O per tiepidezza spirituale li lascia entrare. Questi sono terribili. Perché ti ammazzano. È la possessione più brutta. La mondanità spirituale copre tutte queste cose. Non c’è scampo: il demonio o distrugge in modo diretto con le guerre e con le ingiustizie oppure lo fa educatamente, in modo molto diplomatico, così come racconta Gesù. Ci vuole discernimento».
L'allarme del Papa: «Il diavolo non sia un mito o un simbolo, è qualcosa di reale»
Alcuni anni fa è nata una polemica feroce interna alla Chiesa, sollevata dal 'Papa Nero' il capo dei gesuiti, padre Arturo Sosa secondo il quale il diavolo è una costruzione “simbolica più che una realtà personale”. Un concetto che aveva allarmato oltremisura l'associazione degli esorcisti preoccupati dalla tendenza a minimizzare la perniciosità del Mysterium iniquitatis, il Male. Così l’Associazione degli esorcisti ricordava che «l’esistenza reale del diavolo, quale soggetto personale che pensa e agisce e che ha fatto la scelta di ribellione a Dio, è una verità di fede che fa parte da sempre della dottrina cristiana». Se in tempi recenti già Paolo VI affermava che il diavolo è «un agente oscuro e nemico» e che «il male non è più soltanto una deficienza, ma un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore», papa Francesco – come ben noto – del demonio come presenza reale ha parlato in innumerevoli occasioni. Che l'uomo neghi l'esistenza il diavolo è forse il più strepitoso successo del diavolo stesso. Paolo VI ricordava che "il demonio esiste, sì, è vero, ed è il nostro nemico più grande. È quello che cerca di farci scivolare, nella vita. È quello che mette nel nostro cuore i desideri brutti, i pensieri brutti e ci porta a fare le cose brutte, le tante cose brutte che ci sono nella vita, per finire nelle guerre. (…) E’ intelligentissimo, e questa è una qualità. Ma la qualità, il modo di essere più grande che ha il diavolo, è che è un bugiardo. (…) Nel Vangelo lo si chiama il padre della menzogna".
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