Foto hard e un profilo su OnlyFans per vendicarsi dell'ex: sì al rito abbreviato a Perugia.«Non sono stato io, mi hanno rubato il cellulare»

Mercoledì 13 Dicembre 2023 di Egle Priolo
Il tribunale penale di Perugia

PERUGIA - È pronta a chiedere i danni.

Per la vergogna, per la paura. Per quel profilo hard a suo nome e con le sue foto su un sito dai contenuti pornografici. Ma anche per le minacce e gli atti persecutori di cui è accusato il suo ex ragazzo, il 25enne finito ai domiciliari ad aprile con tanto di braccialetto elettronico e che da sempre si dice innocente, perché lui stesso vittima di chi gli ha rubato quelle foto e le ha fatte girare.

Una storia brutta e complicata e che ieri, davanti al giudice Margherita Amodeo, ha visto l'ammissione come parte civile della ragazza (assistita dall'avvocato Laura Modena) ma anche del rito abbreviato condizionato chiesto da Delfo Berretti, legale del 25enne. Il processo inizierà il prossimo 27 febbraio e si preannuncia una battaglia tra periti informatici, dopo le controdeduzioni prodotte da Berretti a supporto della tesi difensiva.
Dall'altra parte, procura e parte civile portano i risultati delle indagini della polizia che sostanziano invece le accuse di stalking, diffamazione e simulazione di reato, a cui si aggiunge la diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, cioè revenge porn. In base alle contestazioni, il 25enne – dopo la fine di una relazione sentimentale di sei anni – avrebbe prima di tutto inviato alla giovane vittima numerosi sms di natura minacciosa, attraverso sistemi informatici di «anonimizzazione del mittente». Via WhatsApp, Instagram e Telegram, anche attraverso la creazione di gruppi, avrebbe – secondo quanto spiegato dal procuratore capo Raffaele Cantone – inviato messaggi di questo tenore: «Continueremo a rovinarti... Se ti becchiamo in giro ti stupriamo e ti abbandoniamo in un campo. Muori gambe da ippopotamo». E con le stesse modalità avrebbe iniziato a inviare messaggi «aventi contenuti di tipo esplicitamente sessuale, anche ad amiche/amici e conoscenti della persona offesa, finanche a gruppi di ambiente universitario», come sottolineato dal gip Angela Avila nella sua ordinanza di misura cautelare. Ma non solo. Perché, sempre in base alle accuse, sui social sono nel frattempo spuntati gruppi con il nome della giovane seguito da “Hot”, profili con il suo nome su OnlyFans e messaggi hard con il suo numero di telefono in calce. Abbastanza perché la ragazza abbia avuto la necessità di un percorso terapeutico, tra angoscia e impossibilità di dormire. L'ex, però, è sempre detto estraneo rispetto a messaggi violenti e diffusione delle immagini, addebitando tutti i reati «a un presunto gruppo “criminale” - ha riassunto Cantone - interessato alle vicende sentimentali della coppia» e che lo avrebbe aggredito per rubargli i suoi strumenti informatici ed estrapolare, per poi pubblicarle, le immagine intime della ragazza. E questo sarà il centro della battaglia in aula. «Noi siamo convinte della solidità del quadro accusatorio – commenta intanto l'avvocato Modena -. Sono reati odiosi che vanno denunciati e puniti: non bisogna mai avere paura di denunciare».

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