Alzheimer, software lo predice in persone a rischio entro 4 anni

Giovedì 27 Maggio 2021
SHOWCASE - Alzheimer, software lo predice in persone a rischio

Un nuovo software è ora in grado di predire l'Alzheimer fino a 4 anni prima della sua manifestazione, la sua accuratezza è elevata e i calcoli sono effettuati sulla base di un prelievo di sangue e un breve test di memoria. Per ora il software è stato testato su soggetti a rischio di demenza perché già colpiti da una forma di lieve declino cognitivo. È il risultato di un lavoro condotto presso l'Università di Lund in Svezia e pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

Ad oggi non vi è un esame diagnostico alla portata dei clinici per diagnosticare l' Alzheimer, che si può riconoscere solo attraverso una tomografia (PET) o attraverso l'esame del fluido cerebro-spinale (che è anche invasivo), due esami costosi, poco praticabili su vasta scala.

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Lo studio ha esaminato 340 persone con lieve declino cognitivo incluse nello studio svedese BioFINDER, e poi un secondo campione di controllo di 543 persone in Usa. Il software valuta i risultati di un prelievo di sangue che va alla ricerca della proteina 'Tau' (nota per essere implicata nella demenza) e di una mutazione associata ad alto rischio di Alzheimer; incrocia questi risultati con quelli di tre test cognitivi rapidi (si svolgono in 10 minuti) e così facendo svela con una accuratezza del 90% chi svilupperà l'Alzheimer nel giro di 4 anni. Questo semplice algoritmo prognostico è di gran lunga più accurato delle proiezioni di clinici esperti di Alzheimer che valutano i pazienti, ma che non possono praticare una PET o l'esame del fluido, spiega il coordinatore del lavoro Oskar Hansson.

«Il nostro algoritmo è basato sull'esame del sangue alla ricerca di una forma di Tau e di un gene di rischio, combinato con test di memoria e cognitivi. Per ora abbiamo sviluppato un prototipo disponibile online per stimare il rischio individuale di una persona con lieve declino cognitivo di ammalarsi nel giro di 4 anni», spiega l'autore principale dello studio Sebastian Palmqvist. La nostra speranza è che l'algoritmo sia validato anche in setting assistenziali semplici, nella medicina primaria e anche nei paesi poveri«, conclude Palmqvist.

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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