Rugby Rovigo e Petrarca: ricorso congiunto contro la maxi squalifica di 62 giocatori. Prova video per dimostrare che la maggior parte è innocente

Lunedì 25 Settembre 2023 di Ivan Malfatto
Leonardo Sarto (Rovigo) e Giovanni Scagnolari (Petrarca) abbracciati amichevolmente durante la rissa a cui non hanno partecipato

ROVIGO/PADOVA - Partirà oggi, lunedì 25 settembre, il ricorso congiunto di FemiCz Rugby Rovigo e Petrarca Padova contro la maxi squalifica comminata a tutti i 62 giocatori in lista gara nel derby amichevole giocato il 15 settembre e vinto 15-7 dai rodigini.

Una sentenza clamorosa, choc, senza precedenti nel rugby. E palesemente ingiusta. I presidenti Francesco Zambelli e Alessandro Banzato firmeranno insieme il documento predisposto dagli avvocati dei club, Federico Cogo e Fulvio Lorigiola, contando che la Corte sportiva d’appello della Federazione riformi o annulli la sentenza del giudice sportivo Marco Cordelli.

Dalle società e dalla Fir bocche cucite in merito, ma da entrambi gli ambienti trapela ottimismo sulla possibilità che alla maggior parte dei giocatori venga tolta la squalifica inflitta loro per “atto contrario allo spirito del gioco”, perché non ha partecipato alla rissa fatta di strattoni e spinte, non di colpi proibiti. Visionato il filmato del fatto avvenuto al 76’ per un fallo di Matteo Maria Panunzi del Petrarca (gamba tenuta alta per ribaltare) su Facundo Ferrario del Rovigo, il quale ha reagito prendendo a pugni l’avversario, si vede chiaramente che a partecipare al parapiglia sono al massimo una decina di rugbisti. Tutti gli altri sono solo spettatori. C’è chi, Leonardo Sarto (Rovigo) e Giovanni Scagnolari (Petrarca), è immortalato da una foto abbracciato amichevolmente a guardare. Altri come l’inglese Jacob Atkins e il sudafricano Entienne Swanepoel sono rimasti seduti in panchina. Altri ancora, come raccontato dal tecnico del Petrarca Andrea Marcato, erano stati sostituiti, avevano avuto il permesso di tornare negli spogliatoi e magari erano già sotto la doccia.

OBIETTIVO PROVA VIDEO
L’obiettivo del ricorso sarà prima chiedere la possibilità di visionare il referto dell’arbitro, per vedere cosa ci ha scritto per indurre il giudice a tanta severità, poi domandare l’ammissione della prova video, con l’invio e l’analisi del filmato che permetta al giudice d’appello di riformare le squalifiche palesemente ingiuste.
Cancellare una sentenza assurda al limite del ridicolo e scagionare gli innocenti è l’unico modo per uscire da questa situazione. Resterà però il danno d’immagine al rugby. Finito sul Tg1 (e non solo) per 62 squalificati di una maxi rissa che, in realtà, non c’è mai stata e non per la finale scudetto Rovigo-Petrarca, o per le vittorie dell’Italia ai Mondiali.
 

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