C'è riuscito un'altra volta.
IL GIRAMONDO
Si trasferisce così a Valencia. Poi passa all'Atletico Madrid e nel settembre 2000 fa le valigie e trasloca in Inghilterra andando ad allenare il Chelsea. In quattro stagioni arriva quinto, poi sesto, quarto e secondo. Nel 2004 Abramovich lo sostituisce con Mourinho. Torna in Italia, prima al Parma poi alla Juve. Alla Roma sarà richiamato d'urgenza tra marzo e giugno 2019, prima dell’ultima esperienza alla Sampdoria. Anche a Genova è capace di lasciare il segno, salvando i blucerchiati prima di rassegnare le dimissioni per incompatabilità con la società. I fatti, suo malgrado, gli daranno ragione. Ma prima ha allenato anche a Monaco, è stato ct della Grecia, ha lavorato al Nantes, al Fulham e al Watford. Prima di far ritorno nell'isola felice, nella sua Cagliari. Romano doc, cagliaritano di adozione, Sir Claudio è l'uomo della porta accanto. Quello che ti accoglie con un sorriso, quello che spesso pensi sia superato e tratti con sufficienza.
E invece, quando meno te l'aspetti, piazza sempre la zampata. Con classe, of course. Anche ieri, tra le lacrime che a fatica stava trattenendo, il primo pensiero lo ha avuto per il tecnico del Bari e per i 54mila del San Nicola. Ranieri è fatto così. Capace di commuoversi quando all'Olimpico la Curva Sud gli regala uno striscione inatteso che per lui, vale più di 10 scudetti: «Nel momento del bisogno hai risposto presente e adesso ricevi l'omaggio della tua gente». Del resto Sir Claudio è fatto così: chi ha bisogno lo chiama e lui risponde presente. Sempre. In Inghilterra lo deridevano chiamandolo "Mr. Tinkerman", l'indeciso, quando allenava il Chelsea dell'era pre-Mourinho. Hanno cambiato idea da tempo. Oggi, con l'innesima impresa in una carriera incredibile, è arrivata soltanto l'ennesima conferma.
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