De Rossi: «Torna Sanches, Smalling ci sarà con l'Inter. Dybala? Ho giocato 20 anni con Totti, nessuno gli diceva cosa doveva fare»

Il tecnico parla alla vigilia di Roma-Cagliari: "Per Ranieri ho un affetto speciale"

Domenica 4 Febbraio 2024 di Gianluca Lengua
De Rossi: «Torna Sanches, Smalling ci sarà con l'Inter. Dybala? Ho giocato 20 anni con Totti, nessuno gli diceva cosa doveva fare»

Daniele De Rossi ha accolto i nuovi arrivi Angeliño, Baldanzi e ha annunciato che Renato Sanches tornerà tra i convocati per la gara di domani contro il Cagliari all’Olimpico.

Mentre Smalling ci sarà contro Inter o Feyenoord. Ritroverà Claudio Ranieri: «Ho un affetto speciale per lui. L’ho rivisto lo scorso anno con la Spal e mi farà piacere rivederlo quest’anno. Al di là del rispetto che ho per l’allenatore, ho un affetto vero per l’uomo». Ecco la conferenza stampa integrale di Daniele De Rossi alla vigilia di Roma-Cagliari. 

Che indicazioni ha tratto dalla settimana piena di lavoro? Quali caratteristiche le piacciono di Angeliño e Baldanzi?

«Una settimana piena è tanta roba per un allenatore, anche se ora cominciano le coppe e vogliamo andare avanti. Abbiamo lavorato sulle condizioni fisiche, non puoi fare una preparazione ma dare degli input diversi che vengono assimilati. Abbiamo spinto forte, i ragazzi hanno fatto benissimo sia di testa che di gambe. Una parola racchiude quello che posso portare: qualità. Qualità nelle giocate, nel posizionamento senza palla, nei primi passi, nel calcio. Sono due giocatori di qualità e mi piace molto. L’inserimento dopo tre giorni è quello che è, ma anche a livello di interazione con gli altri compagni li vedo svegli e a posto. Si sono integrati bene, per quello che può essere un’integrazione dopo tre giorni».

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Che criteri ha utilizzato per la lista Uefa?

«Io non ho fatto la lista Uefa, ma ho potuto fare solo tre cambi perché era il massimo consentito. Ho cercato di dare la precedenza alla formazione di una lista con una doppia chance in tutti i ruoli. Avevamo solo un esterno sinistro solo e ho messo Angeliño, avevamo un solo esterno destro d’attacco e messo Baldanzi e avevamo un attaccante solo perché è andato via Belotti e Tammy non sappiamo quando rientrerà e ho messo Azmoun. Erano tre posti per cinque giocatori, come difensori centrali siamo tanti e ha pagato Huijsen e come terzini destri abbiamo Celik e Karsdorp e ha pagato Kristensen. Li considero entrambi importantissimi. Hanno giocato in queste partite e giocheranno in futuro, è una scelta che ho dovuto fare e due dovevano rimanere fuori per forza di questi cinque». 

Qual è il punto su Sanches e Smalling?

«Renato è più avanti di Smalling. Si sono allenati entrambi con la squadra, però per Chris abbiamo modulato i carichi. Renato li ha fatti tutti con noi, solo il primo giorno abbiamo usato la stessa premura. Sta con noi, ma dobbiamo stare sempre attenti perché è stato fermo qualche settimana. Verrà convocato, mentre Chris tornerà dall’Inter e dal Feyenoord. Quando vai dal dottore ti chiede come stai, non come stavi. Non è stato felice per la sua condizione fisica nell’ultimo anno. Lo staff lo stava già curando e appena è stato pronto si è messo a disposizione. La gestione psicologica la faccio con tutti i giocatori. Tutti hanno bisogno di qualcosa, cose diverse e l’allenatore bravo deve toccare i tasti giusti nei momenti giusti». 

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Domani ritrova Ranieri con cui ha condiviso tanti momenti, che tipo di sensazioni ha e qual è il legame vi unisce?

«Un bel legame. Con lui ho passato due momenti più emozionanti della mia storia da calciatore della Roma. Quando abbiamo sfiorato lo scudetto e non lo abbiamo vinto per poco e quando è subentrato a Di Francesco e ci siamo accompagnati a vicenda alla porta dovendo salutare la nostra squadra del cuore. Quando questi momenti emozionanti li passi accanto a un uomo come lui è sempre un bel guadagno. Lui è un uomo elegante con suo fare romanesco, ha un’intelligenza acuta e riesce sempre a darti una sfumatura che magari non hai colto ed esci sempre arricchito da una chiacchierata con lui. Ho un affetto speciale per lui. L’ho rivisto lo scorso anno con la Spal e mi farà piacere rivederlo quest’anno. Al di là del rispetto che ho per l’allenatore, ho un affetto vero per l’uomo». 

Domani servirà una scelta a centrocampo, come si orienterà?

«C’è anche Sanches che non partirà titolare e Aouar che può giocare sotto punta e nella linea dei centrocampisti. L’Inter tiene fuori Frattesi e Asllani che sarebbero titolari in qualunque squadra. È un vantaggio poterli gestire, bisognerà guardare anche l’avversario, basarci sulle prossime partite. È un gioco divertente, ma non lo è lasciare fuori giocatori come Zalewski che sta giocando meno con me e magari ha sempre giocato. Con 11 giocatori forti vinci una partita, con una rosa completa ottieni i posizionamenti. Devi giocare sempre con 11 è un bene che abbiano caratteristiche diverse tra loro e speriamo di scegliere bene». 

Qual è la posizione ideale di Dybala?

«Ci sono giocatori che hanno un talento, una lettura della giocata tale che un pochino di libertà in più devi dargliela. Se gli impedisci di abbassarsi, magari ti perdi la giocata decisiva per un compagno che sta più avanti. L’importante è che quando si abbassa, qualcuno deve occupare il suo spazio. L’occupazione degli spazi in campo è tanto importante per me. Chi occupa uno spazio, una determinata funzione in quel momento lo è di meno. L’importante è occupare lo spazio, uscire dalla prima pressione e arrivare a giocare a ridosso dell’area di rigore e sarà nella posizione in cui era nel primo gol di Salerno. Sebbene qualche indicazione gliela diamo sempre, di basa fa quello che gli pare. La maggior parte di giocatori negli ultimi 16/20 metri devono avare due o tre appigli, ma poi dopo la soluzione la trovano loro e gli altri giocatori devono essere a disposizione e devono sapere di sfruttare delle caratteristiche che non sono scelte a tavolini o insegnate dall’allenatore. Ho giocato 20 anni con Totti e nessuno gli diceva cosa doveva fare e dove posizionarsi, sapevamo solo che dovevamo abbassare la testa, andare davanti la porta e c’era solo la palla da spingere dentro. E se riconosci che quel tipo di talento ce l’ha solo un giocatore in squadra e quel giocatore è Paulo, allora dobbiamo sfruttarlo». 

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