Il Cavallino rampa, forse ci sarà da divertirsi.
Le possibilità che si nascondano ormai sono svanite. Hamilton e Russel hanno chiaramente detto che la loro preoccupazione non è sfidare i rivali, ma cercare di mettere a posto l’astronave di Stoccarda che al momento fa le bizze. Saltella come una cavalletta e l’unico modo per non farla rimbalzare in velocità è alzare l’altezza da terra. Un autogol di fronte ad una filosofia tecnica che prevede di baciare l’asfalto per incollarsi al terreno, senza alcun freno aerodinamico grazie all’effetto suolo. Sia come sia, le Rosse hanno fatto fuoco e fiamme e, specialmente leprotto Leclerc, che quando fiuta l’erbetta fresca si imbizzarrisce, ha soffiato sul collo di super Max. Alle fine, fra i due rampolli predestinati, ci sono appena 87 millesimi, niente. Sainz ha stampato il terzo tempo a poco più di mezzo secondo.
I due driver, sotto lo sguardo affettuoso, ma attento di Mattia Binotto, hanno confermato che le prove sono filate via che è un piacere, che la macchina e sincera e prevedibile e si comporta sempre senza alcuna sorpresa. Un’ottima base su cui lavorare. Oggi, non c’è dubbio, qualcosa cambierà. Lo spagnolo ha promesso che studierà la telemetria (anche quella del compagno...) per avvicinarsi al monegasco. La Mercedes farà gli ultimi tentativi per portare la Stella nel posto che merita, ma dovrà risolvere anche i problemi di simulazione, altrimenti gli aiuti notturni che possono arrivare dalla fabbrica saranno vani. In più, non c’è dubbio, in qualifica verrà scatenata tutta la cavalleria che nelle prove libere è tenuta a freno visto che le power unit dovranno durare ognuna più di sette gran premi. Le unità motrici sono frutto di un lavoro profondo in quanto adesso dovranno restare congelate per quattro anni.
Che Ferrari sia messa bene lo testimonia il fatto che ben 5 monoposto spinte da Maranello sono fra le prime dieci posizioni, sia l’Alfa Romeo che la Haas. In realtà, nonostante il pianto greco e un mare di scintille, Russel ha girato solo a 9 millesimi da Carlos. È vero, Sua Maestà il Re Nero è ad un secondo e mezzo, ma è evidente che si è impegnato nella ricerca del bilanciamento migliore e quando si farà sul serio sarà vicino, o addirittura davanti, al giovane George. La netta impressione è che, per vedere i veri valori in campo, bisognerà attendere qualche gara. Le Frecce d’Argento sembrano soffrire più di una carenza di sviluppo, anche perché la W13 evoluta, con le pance piccole piccole, è scesa in pista solo a Sahkir ed ha meno chilometri delle rivali sulle spalle. I tecnici del team tedesco continuano ad essere molto confidenti della loro soluzione che si è rivelata un secondo al giro più veloce ai banchi prova.