Coach De Raffaele: «Ambizione Reyer» E vittoria all'esordio contro Torino

Sabato 6 Ottobre 2018 di Giacomo Garbisa
Coach De Raffaele: «Ambizione Reyer» E vittoria all'esordio contro Torino
MESTRE - Esordio con vittoria soffertissima per la Reyer Venezia: 76-75 all'overtime contro la Fiat Torino.  La squadra di coach De Raffaele si impone su quella di Larry Brown al termine di un incontro molto intenso, con ottime difese e gran carattere.
A partire meglio sono gli ospiti (14-22 all'11'), poi i padroni di casa provano a mettere le mani sulla partita con un parziale di 15-0 (29-22 subito dopo metà di secondo quarto). Venezia tocca più volte il +7, ma Torino riesce sempre a ricucire. Nell'ultimo quarto, la Fiat corona l'inseguimento dal 63-56 del 36' con i tre liberi a 3« dalla sirena che Carr trasforma, dopo il fallo di Daye, mandando le squadre al supplementare sul 68-68. L'Umana Reyer si riporta a +4 (74-70) al 42', poi la partita prosegue con tiri liberi su entrambi i fronti. Haynes, con un 2/2, trova il 76-73 a -9», con Torino che ha nuovamente la possibilità del tiro da 3 del pareggio nell'ultimo possesso, ma Cotton sbaglia e Cusin segna un inutile canestro da due sulla sirena, per il 76-75 finale. Miglior realizzatore Haynes (17), ma migliori in campo Stone (15 punti e 9 rimbalzi) e Carr (23 di valutazione).


INTERVISTA - All'Umana Reyer è arrivato nell'estate 2011, l'anno dell'esordio in serie A. E della società orogranata coach Walter De Raffaele è diventato una colonna portante. In due stagioni e mezzo il 49enne tecnico livornese ha portato Venezia prima sul tetto d'Italia vincendo uno scudetto (2016-2017), poi al primo trionfo europeo nella storia reyerina (Europe Cup 2018) cui si aggiungono la vittoria di una regular season e una Final Four di Champions League. 

Coach, che campionato dobbiamo aspettarci?
«Milano è obiettivamente un passo avanti a tutte per lunghezza e qualità del roster. In parte lo ha già dimostrato in Supercoppa. Tutte le altre però sono molto equilibrate. Trento è reduce da due finali scudetto, protagonista fino in fondo; poi Torino, Avellino, Sassari, Bologna, Brescia ma anche Cremona è intrigante e Varese si è rafforzata. Quest'anno tanti club hanno investito, sono arrivati giocatori importanti e di qualità. La formula a sei italiani con uno straniero in meno ha fatto sì che le società investissero su elementi di maggior qualità».
Non ha citato la Reyer A cosa puntate?
«Per ambizione e soprattutto per lo status raggiunto grazie al credito guadagnato coi risultati del campo, abbiamo l'obbligo di essere fra le protagoniste e fare il meglio possibile in Champions League, dove prevedo un altro girone durissimo e l'obiettivo sarà passare il primo turno. Nessuna pressione perché questo ruolo ce lo siamo guadagnati coi risultati. Certo le aspettative ci sono, poi il campo dirà la verità».
Quale sarà a suo avviso la sorpresa?
«Sassari. Mi piace molto, squadra equilibrata, lunga, intercambiabile. Anche Bologna la inserisco fra le prime quattro».
Il giocatore che la intriga di più?
«In assoluto Nemanja Nedovic di Milano. Ma anche Kevin Punter di Bologna, che affrontammo in coppa col Rosa Radom, e Caleb Green di Avellino che può spostare gli equilibri e disputerà una grande stagione».
Fra gli italiani sarà l'anno di?
«Spero del nostro Stefano Tonut. Ma in generale l'aggiunta di un italiano ai roster dà la possibilità a tanti giovani di emergere. Escluso Tonut mi auguro sia la stagione di Riccardo Bolpin, giovane che abbiamo mandato in prestito a Pistoia».
Che Reyer è stata costruita?
«Mi piacerebbe saperlo perché non l'ho ancora vista. È stato un precampionato difficile per via degli infortuni. Abbiamo operato per far risaltare la matrice difensiva con giocatori intercambiabili in più ruoli e in attacco avere quintetti modulari. Ma la verità è che la percezione non è ancora arrivata, non abbiamo mai svolto un allenamento o una partita al completo».
Cosa cambia con l'arrivo di Gasper Vidmar?
«Cambia ancora i giochi, e ringrazio la società per aver operato un'aggiunta di tale qualità per fronteggiare il problema fisico di Watt. Volevamo un roster lungo e non trovarci scoperti come l'anno scorso, quando gli infortuni furono decisivi. Il nostro dna sarà sempre camaleontico e con Vidmar cambieremo ancora di più potendo aggiungere una dimensione interna diversa. Avremo due modi diversi di andare dentro l'area».
Guardiamo un attimo al futuro. La Nazionale è a una vittoria dalla qualificazione al Mondiale ma alcuni rumors la vedrebbero in lizza per il dopo Sacchetti.
«Non ne so nulla. Tempo fa rilasciai un'inter vista (a Il Gazzettino ndr) dicendo di avere due sogni: giocare l'Eurolega e allenare la Nazionale sperando di raggiungerli con la Reyer. Ognuno coltiva i propri sogni, poi qualcuno specula sulle dichiarazioni. La realtà è che Meo Sacchetti sta svolgendo il suo lavoro con grandi risultati ed è giusto che continui il suo cammino».
 
Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 21:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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