Anna Marchesini torna in scena: mi affascina il lato ridicolo dell'esistenza

Lunedì 5 Gennaio 2015 di Marica Stocchi
Anna Marchesini torna in scena: mi affascina il lato ridicolo dell'esistenza

Anna Marchesini torna in scena, stasera alle 21 al Teatro Argentina, con il reading del suo Cirino e Marilda non si può fare.

«Attendo con gioia - dice - di sperimentare l'interpretazione di questo racconto su un palco nudo e senza supporti scenici per permettere alla voce e al corpo di riscrivere continuamente le vicende narrate». Il testo, nato dalla penna della Marchesini scrittrice e inserito nella raccolta Moscerine, edita da Rizzoli, è stato immaginato sin dalla sua creazione per la messinscena teatrale e l'intenzione dell'autrice è quella di interpretarlo non come una lettura, ma come, di volta in volta, se a parlare fosse il diverso protagonista della storia: «Voglio dar voce - spiega infatti la Marchesini - a chi vive e rappresenta quanto accade senza conoscerne la fine».

Ad accompagnare l'attrice nella sua performance, la musica dal vivo del trio Aire de Mar.

«Il protagonista di questa storia - riprende l'interprete - è il professor Pascarella, un'incantevole figura candidata ad essere travolta da quella turbolenza di emozioni da cui ha sempre procurato di tenersi distante, portatore di un universo sognato più che vissuto, una sorta di testimone solitario che sembra venire sempre da lontano e di non stare mai dove gli accade di trovarsi». A modificare il corso della vita del professore, la signora Olimpia, proprietaria della locanda dove Pascarella vive. «Olimpia è portatrice di tutto il senso comune e popolare, totalmente incapace di decifrare i comportamenti e i modi del professore, unicamente interessata a sistemare la figlia Marilda, ormai quasi quarantenne, senza tuttavia riuscire mai a procurare un approccio con il professore, tanto più che quest'ultimo sembra essere lontanissimo e immune da qualsiasi fascinazione femminile».

LA PORTA

I due mondi si incontrano mantenendo salde le proprie posizioni, al di qua e al di là della porta della stanza 12. «Quella porta, come un diaframma, separa a malapena lo spazio buio abitato dal professore dalla piena molesta e incontinente della Olimpia, che pare tracimare a ogni istante e travolgere il professore». Due anime lontane, quindi, che la vita avvicina nel più semplice dei modi per poi sconvolgerle in un precipitare tragicomico. Ed è proprio nell'esito comico e insieme tragico che può essere individuata la caratteristica comune a tutti i racconti dell'antologia, terza prova di scrittura narrativa per l'ex componente del celebre trio dopo Il terrazzino dei gerani timidi e Di mercoledì.

In Moscerine sono raccolte infatti nove storie, definite dalla stessa Marchesini «fulminee irrilevanze», che mettono sotto la lente di ingrandimento piccolissimi aspetti dell'esistenza umana per riderne fino alle lacrime. «In quasi tutte queste storie esiste un imprevisto trascurabile, un tarlo, un insetto che si insinua sornione nella trama, si intrufola, si accomoda, si incista, si nutre al buio, fa la tana, corrode, si ingrassa, crepa e deflagra sino a provocare il ribaltamento della trama e costringere a riscrivere il finale». Per informazioni, www.teatrodiroma.net

Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 11:55