U2, eterna leggenda del rock sabato e domenica all'Olimpico di Roma

Venerdì 14 Luglio 2017 di Marco Molendini
U2, eterna leggenda del rock sabato e domenica all'Olimpico di Roma
Mercoledì sera sera Berlino, domani e domenica a Roma allo Stadio Olimpico attorno al quale da ieri si sono già accampati i fan nel rispetto dell'imponente piano per la sicurezza allestito dalle forze dell'ordine: arrivano gli U2 con il loro viaggio della memoria e dell'autocelebrazione. The Joshua tree tour:  trent'anni di storia, di successo, di musica poderosa, di sincerità, di generoso impegno, di grandi canzoni. Bono and friends non sono soltanto una band, sono un luogo del rock dove storia e presente si mescolano senza più alcuna distinzione.


Fan accampati nei pressi dello stadio Olimpico

E infatti nel nuovo concerto, che ha già debuttato in Europa partendo da Londra qualche giorno fa, cantano gli undici pezzi di quel disco che li lanciò in orbita, uno dopo l'altro, tutti e undici in quella sequenza, da Where the streets have no name a Mothers of the disappeared, passando per classici come I still haven't found what I'm looking for e With or without you, ma recuperando così anche pezzi mai suonati dal vivo prima di questo tour come Red hill mining town (che era dedicato alle lotte dei minatori inglesi nell'era Thatcher).
E il gioco dei rimandi diventa un gioco di specchi, dove c'è spazio per la storia personale (il concerto comincia con Sunday bloody sunday) ma anche per lanciare richiami, che cambiano di data in data, come le citazioni che evocano David Bowie di Heroes o Rebel rebel, i Beatles di All you need is love e Love me do, i Rolling stones di Miss you. Gli U2, dunque, si mettono al centro del rock di ieri e di oggi, con un occhio al proprio futuro, perché a chiudere la scaletta c'è anche un assaggio del lungamente promesso nuovo album, Songs of experience con The little things that give you away, che potrebbe uscire come singolo a giorni, precedendo il disco che ormai destinato a uscire a dicembre.

IMMAGINI
Poco importa se il passato rischia di diventare ingombrante rispetto al presente. La band ne sembra cosciente (e infatti dalla set list sono eliminati tutti i pezzi di Songs of innocence) ma sa anche che dal vivo è in grado di colmare la perdita di ispirazione, di energia istintiva (la rabbia naturale degli esordi). Così i temi di The Joshua tree vengono aggiornati grazie al supporto delle immagini (e, in tal modo, l'America di Reagan diventa quella di Trump), ma anche con una sapienza musicale indubbiamente maggiore e con un apparato scenico disegnato secondo le regole folgoranti che accompagnano i live degli U2: la scena pur ricalcando l'originale del Joshua tre tour del 1987 con la sua forma ad onda, aggiunge un modernissimo maxischermo (su cui vengono proiettate le immagini prepotenti scelte dal talento di Anton Corbijn) che si estende per tutta la lunghezza del palco e una passerella a forma di Joshua Tree.

I biglietti di Bono e soci sono praticamente esauriti. Sono volati anche gli ultimi ingressi messi in vendita nei giorni scorsi e, anche sui siti di secondary ticketing, ormai, non c'è quasi più nulla. La band non suona a Roma dal 2010, quando arrivò allo stadio Olimpico con il 360° tour. Trent'anni fa ci fu invece lo storico debutto al Flaminio, proprio con il primo The Joshua tree tour (e il celebre tuono dell'amplificazione che fece tremare le case dei Parioli). Mentre vent'anni fa suonarono all'aeroporto dell'Urbe con il PopMart tour (anche quello rimasto negli annali della cronaca per l'infernale ingorgo che, dopo il concerto, bloccò le strade fino quasi all'alba). La serata all'Olimpico, come nelle altre date del tour, sarà aperta da Noel Gallagher, che nella prima data londinese ha anche duettato con gli U2 in Don't look back in anger, successo degli Oasis targato anni 90. Il fratello coltello di Noel, Liam non ha mancato di commentare l'accaduto, postando sulla sua pagina twitter un gentile commento. Questo: «Non c'è nulla di peggio che essere ignorato dai fan più pacchiani del mondo, mentre facevi lo sfigato». I fan più pacchiani, naturalmente, sono quelli degli U2. Odio fraterno o invidia, sempre fraterna?
 
Ultimo aggiornamento: 21:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA