Province: Panontin, nessuna forzatura su modifiche a Statuto

Martedì 26 Settembre 2017
Riforma enti locali rispetta tradizioni e valorizza componenti Trieste, 26 set - "Appare lusinghiera l'affermazione che la sola maggioranza regionale sia stata in grado di influenzare il Parlamento nazionale, forzandolo ad approvare in seconda lettura la modifica dello Statuto di riforma delle Autonomie locali, che ha soppresso le Province, voluta con voti unanimi dal Consiglio regionale. Se così fosse stato, sarebbe non un grave errore della maggioranza, ma un merito che tutti i consiglieri regionali dovrebbero riconoscere ed un incoraggiamento ad operare in modo analogo in altre occasioni di interesse della comunità regionale". Ad affermarlo l'assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin, in risposta al consigliere regionale Riccardo Riccardi. Ribadendo che "la riforma è legge e va rispettata" e sottolineando che ad essa "abbiamo apportato diverse modifiche cercando di togliere ogni alibi a chi la contrastava e per venire incontro alle esigenze operative dei territori, senza mai smettere di interloquire con tutti i portatori di interesse", in tema di superamento delle Province Panontin evidenzia che in Friuli Venezia Giulia non è stata fatta nessuna fuga in avanti: "l'approvazione della legge voto da parte del Consiglio regionale il 30 gennaio 2014 ha avuto luogo nella consapevolezza di anticipare il processo di riforma costituzionale già avviato dal Governo". "A quell'epoca, infatti, il 20 agosto 2013 - ricorda - il Governo aveva presentato sia il futuro ddl Delrio sia, appunto, un disegno di legge costituzionale di soppressione delle Province, che sarebbe poi confluito nel disegno di legge recante le modifiche costituzionali poi sottoposte al referendum confermativo del 4 dicembre 2016. Il cui esito per nulla inficia, come ampiamente dimostrato, la validità del percorso di riforma completato in Friuli Venezia Giulia". "Nessuna frenesia riformista", dunque, per Panontin, e, inoltre "nessuna confusione tra Unioni di Comuni e area vasta, che anzi ha un significato quanto mai dilatato e ambiguo". "In realtà - fa notare l'assessore regionale - la ricollocazione delle funzioni provinciali ha riguardato soprattutto la Regione, mentre alle Unioni sono andate alcune competenze più legate al territorio: la principale, l'edilizia scolastica per le scuole superiori, è in naturale connessione con quella relativa all'edilizia scolastica per le scuole di grado inferiore, da sempre esercitata dai Comuni". "Sono personalmente convinto - conclude Panontin - che la legge di riforma degli enti locali approvata dal Consiglio regionale sia una buona norma, rispettosa delle tradizioni e capace di valorizzare tutte le diverse componenti: un aspetto al quale abbiamo sempre guardato con grande attenzione. Nel lontano 2002 il presidente Tondo, con l'assessore alle Autonomie locali Ciriani adottò un piano di riordino territoriale che prevedeva la suddivisione del territorio in 22 ambiti ottimali per l'esercizio associato delle funzioni comunali; l'assessore Riccardi nella precedente legislatura proponeva di suddividere il territorio in 14 ambiti definiti "aree vaste sovracomunali" intorno ad altrettanti poli strategici. Se la questione è meramente semantica mettiamoci d'accordo: ambiti, aree vaste, poli, circondari, distretti, mandamenti o Unioni territoriali, la sostanza però non muta. Riccardi ha la memoria corta ma internet non perdona". ARC/PPD/com

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