Riforma enti locali rispetta tradizioni e valorizza componenti
Trieste, 26 set - "Appare lusinghiera l'affermazione che la
sola maggioranza regionale sia stata in grado di influenzare il
Parlamento nazionale, forzandolo ad approvare in seconda lettura
la modifica dello Statuto di riforma delle Autonomie locali, che
ha soppresso le Province, voluta con voti unanimi dal Consiglio
regionale. Se così fosse stato, sarebbe non un grave errore della
maggioranza, ma un merito che tutti i consiglieri regionali
dovrebbero riconoscere ed un incoraggiamento ad operare in modo
analogo in altre occasioni di interesse della comunità regionale". Ad affermarlo l'assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin,
in risposta al consigliere regionale Riccardo Riccardi. Ribadendo che "la riforma è legge e va rispettata" e
sottolineando che ad essa "abbiamo apportato diverse modifiche
cercando di togliere ogni alibi a chi la contrastava e per venire
incontro alle esigenze operative dei territori, senza mai
smettere di interloquire con tutti i portatori di interesse", in
tema di superamento delle Province Panontin evidenzia che in
Friuli Venezia Giulia non è stata fatta nessuna fuga in avanti:
"l'approvazione della legge voto da parte del Consiglio regionale
il 30 gennaio 2014 ha avuto luogo nella consapevolezza di
anticipare il processo di riforma costituzionale già avviato dal
Governo".
"A quell'epoca, infatti, il 20 agosto 2013 - ricorda - il Governo
aveva presentato sia il futuro ddl Delrio sia, appunto, un
disegno di legge costituzionale di soppressione delle Province,
che sarebbe poi confluito nel disegno di legge recante le
modifiche costituzionali poi sottoposte al referendum
confermativo del 4 dicembre 2016. Il cui esito per nulla inficia,
come ampiamente dimostrato, la validità del percorso di riforma
completato in Friuli Venezia Giulia".
"Nessuna frenesia riformista", dunque, per Panontin, e, inoltre
"nessuna confusione tra Unioni di Comuni e area vasta, che anzi
ha un significato quanto mai dilatato e ambiguo".
"In realtà - fa notare l'assessore regionale - la ricollocazione
delle funzioni provinciali ha riguardato soprattutto la Regione,
mentre alle Unioni sono andate alcune competenze più legate al
territorio: la principale, l'edilizia scolastica per le scuole
superiori, è in naturale connessione con quella relativa
all'edilizia scolastica per le scuole di grado inferiore, da
sempre esercitata dai Comuni".
"Sono personalmente convinto - conclude Panontin - che la legge
di riforma degli enti locali approvata dal Consiglio regionale
sia una buona norma, rispettosa delle tradizioni e capace di
valorizzare tutte le diverse componenti: un aspetto al quale
abbiamo sempre guardato con grande attenzione. Nel lontano 2002
il presidente Tondo, con l'assessore alle Autonomie locali
Ciriani adottò un piano di riordino territoriale che prevedeva la
suddivisione del territorio in 22 ambiti ottimali per l'esercizio
associato delle funzioni comunali; l'assessore Riccardi nella
precedente legislatura proponeva di suddividere il territorio in
14 ambiti definiti "aree vaste sovracomunali" intorno ad
altrettanti poli strategici. Se la questione è meramente
semantica mettiamoci d'accordo: ambiti, aree vaste, poli,
circondari, distretti, mandamenti o Unioni territoriali, la
sostanza però non muta. Riccardi ha la memoria corta ma internet
non perdona". ARC/PPD/com
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