Zero emissioni nette, il primo step al 2030

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Lunedì 22 Aprile 2024
Zero emissioni nette, il primo step al 2030

Si scrive Net-Zero Industry Act, si legge Regolamento sull’industria a zero emissioni nette. Si tratta dell’accordo raggiunto a febbraio tra il Consiglio e il Parlamento Ue sulle misure per rafforzare l’ecosistema europeo di realizzazione di prodotti tecnologici a zero emissioni. Accordo che, lo ricordiamo, ha un valore provvisorio in quanto deve essere approvato e adottato formalmente da entrambe le istituzioni.

Un passaggio obbligato, considerati gli ambiziosi - ma opportuni e vitali per la salute dell’intero ecosistema - obiettivi climatici dell’Unione europea fissati come primo step per il 2030, anno entro il quale le emissioni di gas effetto serra dovranno essere ridotte del 40% rispetto ai livelli del 1990. Sempre per quanto riguarda queste politiche green, si punta a raggiungere il 27% del consumo energetico attraverso le energie rinnovabili, anche se ogni Stato membro avrà flessibilità rispetto alla definizione degli obiettivi nazionali.

Sono proprio queste due voci a rappresentare il termometro evolutivo di questo regolamento: attraverso questi due parametri, infatti, si misureranno i progressi verso gli obiettivi della legge sull’industria a zero emissioni.

Per raggiungere questi traguardi occorre anche snellire la burocrazia. Ecco allora che Net-Zero Industry Act pone al centro l’allentamento delle condizioni per investire in tecnologie green, semplificando le procedure di concessione delle autorizzazioni e sostenendo progetti strategici. Viene inoltre proposto di lanciare delle accademie industriali a zero emissioni nette che abbiano come funzione quella di migliorare le competenze della forza lavoro europea in settori strategici, come ad esempio la realizzazione di prodotti tecnologici. Al vaglio anche la creazione di una piattaforma per coordinare l’azione dell’Ue.

Lo snellimento della burocrazia non è l’unico step cruciale: sul tavolo infatti anche la trasparenza, l’attuabilità e l’armonizzazione dei requisiti di accesso alle modalità con cui le autorità pubbliche acquisteranno beni, lavori e servizi relativi alle tecnologie strategiche a zero emissioni nette.

Il nuovo regolamento si propone infine di fornire condizioni più facili e certezza sia agli investitori sia ai promotori di progetti di produzione tecnologica a zero emissioni.

I progetti identificati come aventi un maggiore potenziale di decarbonizzazione beneficeranno di procedure di autorizzazione accelerate per la costruzione o l’espansione e di indicazioni per l’accesso ai finanziamenti.

Occorre svoltare entro quest’anno

La partita della doppia transizione va chiusa, con successo, entro il 2026 e c’è ancora molto da fare. Il 2024 deve essere l’anno in cui i Piani nazionali per la ripresa (Pnrr) conoscono un’accelerazione nella loro attuazione. Lo ha detto a chiare lettere, a inizio anno, un documento del Parlamento Ue.

Secondo i dati aggiornati all’8 gennaio 2024, gli Stati membri hanno raggiunto il 15% degli obiettivi nell’ambito del pilastro transizione verde e il 13% di quelli nell’ambito del pilastro trasformazione digitale. “Il fatto che gli Stati debbano ancora raggiungere l’86% degli obiettivi dei Piani nazionali per la ripresa legati alla doppia transizione significa che sarà importante che l’attuazione del programma per la ripresa riprenda slancio, ora che la revisione della maggior parte dei piani è stata completata”, spiega il report. Serve dunque una svolta, che riguarda soprattutto l’Italia, secondo beneficiario dopo la Spagna per mole di contributi Ue da NextGenerationEU, il programma di ripresa post pandemico da 750 miliardi di euro, e il suo Recovery Fund (672,5 miliardi) che finanzia i Pnrr.
Ultimo aggiornamento: 11:49

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