La vita di chi proviene da un altro Paese può essere complicata, specialmente per i bambini. Difficoltà linguistiche e ostacoli da superare per farsi accettare sono all'ordine del giorno. E per questo si insegna a respingere gli insulti e a non rispondere alle provocazioni. Ma che ciò sia scritto su un testo scolastico era impensabile, almeno finora. Perché in una pagina del libro per la scuola Leggermente plus ciò è accaduto.
«Glazie, plego»
Nell'elenco esemplificativo delle cose che piacciono a Duccio, uno studente di una scuola primaria, della compagna di classe cinese compare anche il modo in cui pronuncia grazie (glazie) e prego (plego). È evidente il riferimento alle difficoltà linguistiche di chi proviene dalla Cina e che spesso non riesce a pronunciare correttamente la «r». Inoltre, tra le cose che piacciono a Duccio della compagna c'è anche quella che: «Non si offende mai quando la prendiamo in giro».
La denuncia
La segnalazione è arrivata dalla professoressa Lala Hu, che insegna all'Università Cattolica di Milano. «Non è la prima volta che i testi di didattica per bambini rappresentano una mentalità retrograda, talvolta sessista e razzista» dice la docente su Twitter. E aggiunge: «Una causa può essere l'assenza di diversity nel settore editoria. Con questo tipo di narrazione, continueremo a vivere di pregiudizi e discriminazione». Inoltre, «comunque la bambina non si chiamerebbe Lee» sottolinea.
“Non si offende quando la prendiamo in giro”
che ne sa @GiuntiEditore del trauma dei bambini quando vengono bullizzati?
A parte gli stereotipi sui bambini di origine cinese come esser bravi in matematica, “glazie, plego” e “facciamo plesto”?
E comunque non si chiamerebbe Lee. pic.twitter.com/hNPkWiQf5Y— Lala Hu (@LalaHu9) March 31, 2021
L'altro episodio
Episodio simile era accaduto nel settembre scorso per una vignetta del libro Rossofuoco di Ardea Editore, destinato alle prime tre classi di scuola primaria. Tra le pagine del testo appariva un bambino che si avvicina a una bambina dalla pelle scura e le chiede: «Sei sporca o sei tutta nera?». Il caso era stato sollevato da Marwa Mahmoud, consigliera comunale Pd di Reggio Emilia.