La nuova variante del Covid potrebbe innescare una "pandemia di insufficienza cardiaca".
Influenza, allarme "long flu". Pregliasco: «Recupero lento, sino a 4 settimane. Rischio complicanze»
L'ultimo rapporto
Gli scienziati del principale istituto di ricerca giapponese, Riken, hanno pubblicato un nuovo rapporto. Dicono che i recettori ACE2, a cui il coronavirus si aggrappa all’interno delle cellule umane, sono “molto comuni” nel cuore. Ciò significa che molte persone che contraggono il virus potrebbero soffrire di “ridotta funzionalità cardiaca”.
Chi è più a rischio
Il rapporto suggerisce che la pandemia di Covid potrebbe aver cambiato le cose in modo significativo. Avverte coloro che sono a rischio di futura insufficienza cardiaca a causa del fatto che “si prevede che l’infezione persistente da SARS-CoV-2 (Covis-19) aumenterà esponenzialmente”.
Le cause
Il rapporto afferma: "Anche se finora non sono state riportate prove cliniche conclusive che l'infezione persistente da SARS-CoV-2 sia associata a un declino della funzione cardiaca, lo studio proof-of-concept della possibilità di infezione persistente da SARS-CoV-2 di il cuore e il potenziale rischio di progressione opportunistica dell’insufficienza cardiaca dovrebbero essere convalidati da un modello tridimensionale di tessuto cardiaco umano che fungerebbe da campanello d’allarme per un rischio sanitario globale”.