Nel periodo che va da marzo ad aprile 2020 il Covid è stata la seconda causa di morte subito dopo i tumori. Lo rivelano i dati Istat. Dall'indagine statistica è inoltre emerso che «oltre al Covid-19, i decessi aumentano per quasi tutte le principali cause di morte rispetto a quanto osservato nello stesso periodo del quinquennio precedente».
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Mentre non sono stati rilevati incrementi di morti per tumori e malattie infettive, si è registrato un aumento di decessi legato a «demenze e malattia di Alzheimer (+49%), a malattie cardiache ipertensive (+40%), al diabete (+41%), così come si ha un incremento per sintomi segni e cause mal definite o sconosciute (+43%)». Invece fa sapere l'Istat «le cause di morte ascrivibili al sistema circolatorio mostrano incrementi più contenuti, come nel caso delle malattie cerebrovascolari (+13%), delle malattie cardiache ischemiche (+5%) e delle restanti malattie circolatorie (+10%); tuttavia, trattandosi di cause molto frequenti nella popolazione e ricordando che l'eccesso di mortalità si è verificato in aree circoscritte del Paese, gli incrementi in termini assoluti risultano comunque piuttosto rilevanti (nel complesso circa 3.600 decessi in più)».
Il decremento osservato nella frequenza dei decessi per cause esterne (-161 decessi, corrispondenti a -4%) rappresenta invece «un effetto del lockdown che ha determinato una drastica riduzione della circolazione stradale». Questo in tutte le fasce di età ma in particolare per quelle sotto i 65 anni, si osservano 214 decessi in meno (dei quali 178 tra gli uomini) con una riduzione di circa il 60% rispetto alla media 2015-2019. In calo anche i suicidi, «più marcatamente fino ai 64 anni di età, classe in cui tale causa di morte risulta più frequente: -19% tra gli uomini e -27% tra le donne, con una riduzione totale di 89 casi». Omicidi e aggressioni si riducono «in particolare prima dei 65 anni di età (-36% di decessi), ma con una differenza per genere. Se tra gli uomini, si ha una riduzione del 58% (da 29 a 12), tra le donne si registra un lieve aumento (da 12 a 14 decessi)». Il report giustifica il fenomeno con l'obbligo di permanenza in casa durante i mesi di marzo e aprile 2020 che avrebbe determinato una crescita dei femminicidi all'interno delle mura domestiche.