Carlo Calenda sembra già uscito dal seminato del centrosinistra: «Dialogo con tutti, cittadini di centro, di destra, di sinistra.
In solitaria?
«Le porte sono aperte alle persone di qualità. In 300 abbiamo scritto il programma».
Alle primarie del Pd non correrà, il centrodestra non ha ancora un candidato. Qualcuno in FI ha espresso apprezzamento per il suo nome. Solo un ammiccamento?
«Massima disponibilità a discutere con tutti i cittadini, di qualsiasi partito. Le forze politiche sono un’altra cosa».
Roma è la città più trafficata al mondo dopo Bogotà e Rio perché ha pochi mezzi pubblici, gestiti da incubo. Zero nuovi cantieri di tram e metro in 5 anni. Zero manutenzione. 1 milione di corse di bus cancellate all'anno. Basta.
Il piano: https://t.co/g8Ic9ov0Cp#CalendaSindaco pic.twitter.com/Ha9qzkviPW— Carlo Calenda (@CarloCalenda) April 26, 2021
Diceva prima: parliamo di contenuti. Cominciamo: come si rimettono in carreggiata i trasporti pubblici malandati della Capitale?
«Il vero problema è la governance dell’Atac. Per la parte dei servizi serve una società unica con le Ferrovie dello Stato e con Cotral (la compagnia delle tratte regionali, ndr). Il 30% dei servizi può essere messo a gara. Poi va creata un’unica agenzia comunale per programmare la mobilità. Lo stesso discorso vale per Ama. Io dico: fuori la politica, bene una grande multi-utility con Acea, poi 8 impianti di ultima generazione, bioraffinerie. Solo così si esce dal paradosso per cui i romani pagano una Tari tra le più alte d’Italia a fronte di un servizio tra i più scadenti».
L’altro grande tarlo di Ama è l’assenteismo record. Il 20% dei netturbini si assenta ogni giorno.
«Sì, è il doppio della media di settore. Servono Gps sui camion, per controllare la produttività, e vanno raddoppiati i cestini, oggi sono la metà di Milano come media pro capite. Roma, in generale, si è svuotata di grandi aziende e poli finanziari, mentre la pubblica amministrazione si indeboliva. Ora col Recovery c’è la grande chance di ridare centralità alla città, un’occasione che non va sprecata. Siamo l’unica grande Capitale che cresce meno del Paese».
Se al ballottaggio andasse il candidato del Pd e la Raggi chi sosterrebbe?
«Al ballottaggio ci vado io, contro la Raggi».
Il mio intervento in Commissione Itre del PE sulla comunicazione della Commissione sulla politica industriale. Purtroppo ancora una volta estrema vaghezza, di fronte a una situazione che non la consente.@Europarl_it @ep_industry pic.twitter.com/SrCkZdLZAW
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) May 10, 2021
Ma se fosse un testa a testa Raggi-Gualtieri o Raggi contro il candidato del centrodestra? Chi appoggerebbe?
«Il Pd ha responsabilità nel disastro amministrativo degli ultimi anni, ora è grave che dica: se M5S va al ballottaggio lo sosteniamo. Lei ce li vede gli elettori democratici che votano Raggi? Io no. Sono trattati come valigie a disposizione dei capi partito». Di Bertolaso che pensa? «Mi pare abbia detto che non si voglia candidare. In ogni caso, mille volte meglio lui della Raggi. Io di sicuro non la voterò mai».