«La cosa che più mi mancherà sarà nuotare insieme a lui». Beatrice ha 24 anni, tre passati insieme a Fabio Lombini, la promessa del nuoto azzurro morto domenica mattina nell’incidente aereo di Nettuno insieme all’amico Gioele Rossetti. Un dolore profondo ma composto, quello di Beatrice, arrivata a Roma il pomeriggio della tragedia e ripartita ieri per Forlì, città dove vive e dove viveva anche Fabio prima della trasferta a Ostia per la Nazionale di nuota. Anche lei atleta professionista di nuoto e in piscina è sbocciato l’amore con Fabio. «Ci conosciamo da otto anni. Da tre siamo fidanzati, il 4 luglio avremmo festeggiato il nostro anniversario», dice mentre in treno lascia la Capitale. «Siamo stati al policlinico Umberto I ma ci hanno fatto vedere ciò che resta della salma. Bisognerà aspettare la fine dell’autopsia. Così con i suoi genitori siamo andati ad abbracciare la famiglia di Gioele. Siamo tutti sconvolti, abbiamo condiviso il dolore».
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LE IPOTESI
La procura di Velletri ha aperto un fascicolo sull’accaduto: si procede per omicidio colposo contro ignoti.
Il biposto P9s Tecnam ad ala alta era custodito in uno degli hangar dell’aviosuperficie Cray Flay delle Grugnole. L’area dell’impatto è ancora sotto sequestro, mentre i resti del piccolo aereo sono stati trasferiti in un deposito di Nettuno. È intenzione della Procura delle Repubblica di Velletri incaricare uno o più periti di esaminare i resti dell’ultraleggero per accertare cosa non abbia funzionato all’improvviso, tanto da impedire a Giole Rossetti di tentare un atterraggio di emergenza. La tragedia si è consumata infatti in pochi secondi, non appena l’ultraleggero ha staccato dalla pista. Un errore umano, un cedimento strutturale dell’aereo o una manutenzione approssimativa? Su questo dovranno far luce gli investigatori. Domenica sera, il papà di Fabio Lombini ha raggiunto Ostia per riprendere gli abiti che il figlio aveva lasciato nella foresteria del polo natatorio della Federazione nuoto dove il promettente nuotatore ventiduenne avrebbe dovuto partecipare ad un raduno collegiale della nazionale di quindici giorni, fino alla metà di giugno. «Era un ragazzo curioso e pieno di entusiasmo», conclude Beatrice. L’ultimo contatto con Fabio sabato sera: parole d’amore in un messaggio. Resteranno per sempre.