Stazionano sotto i cassonetti. Anzi, in alcuni casi ci risiedono proprio. Sfrecciano dai tombini anche in pieno giorno. E rosicchiano i cavi delle auto. Con la Capitale ancora invasa di rifiuti in alcuni quartieri, sta diventando sempre più complicato convivere con i topi. Per ogni romano ce ne sono in città 3,5 ratti. Almeno dieci milioni di roditori. In questi giorni la situazione sta sfuggendo di mano e si sta trasformando in emergenza sanitaria. Anche perché dopo i camion per la raccolta fermi nelle officine, Ama sta faticando non poco anche sul fronte delle attività sullo spazzamento: si sono di fatto fermate le manutenzioni sulle macchine spazzatrici.
Caldo a Roma, bottigliette d'acqua a quattro euro: il "ricatto" degli abusivi ai turisti
L’APPALTO
Il 15 luglio scorso sono infatti scaduti e non rinnovati gli appalti con le ditte esterne per fare le riparazioni del centinaio di vecchie spazzatrici (sulle 150 totali) presenti nella flotta di Ama.
Ma c’è un altro bando (stavolta del Campidoglio) che starebbe creando non poche criticità sul fronte della pulizia della città: quello per la derattizzazione, stilato nel 2020. I fondi, dopo quella data, erano stati spostati in altre voci del bilancio comunale fino alla fine dello scorso anno, quando è stato annunciato lo sblocco delle risorse. Ma ad oggi le sei aziende vincitrici della gara di derattizzazione e disinfestazione ancora devono firmare il contratto. In altre parole, non sono partite, con i Municipi che hanno avviato proprie operazioni, soprattutto per le scuole.
Anche per tutto questo - l’immondizia in strada e i ritardi nelle attività di derattizzazione - cresce a Roma il numero dei topi: sono ormai dieci milioni. A fare questa stima sono stati gli esperti della Sima, la Società italiana di medicina ambientale, che lancia l’allarme: il caldo estremo che ha investito Roma sta incidendo non solo sulla presenza di insetti come zanzare e zecche, ma anche sulla proliferazione dei ratti. «Uno studio condotto lo scorso anno da ricercatori di Stati Uniti e Canada ha dimostrato come l’aumento delle temperature e gli inverni più miti abbiano un effetto diretto sulla proliferazione dei roditori nelle aree urbane – spiega il presidente di Sima, Alessandro Miani – I topi sono infatti animali che non resistono alle basse temperature, mentre si moltiplicano in presenza di condizioni favorevoli come il forte caldo».
Ma non c’è solo questo ad allarmare i medici. «L’accelerazione del processo di decomposizione dei rifiuti lasciati sotto il sole presso cassonetti o davanti le abitazioni nelle aree urbane di Roma, fenomeno che si intensifica durante le ondate di calore, porta i ratti ad uscire allo scoperto in cerca di cibo e acqua, e incrementa le occasioni di contatto tra esseri umani e roditori», continua Miani, che sottolinea come «la campagna di sterilizzazione dei gatti randagi ha ridotto il numero dei felini e i topi, non trovando più questi predatori naturali, hanno proliferato». In due anni una coppia di topi «riesce a generare, con i figli dei figli, oltre due milioni di nuovi esemplari», aggiunge. «Sono circa 40 le patologie» che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente dai ratti, attraverso il contatto o con le deiezioni rilasciate nell’ambiente, dice Miani. Tra queste, leptospirosi, salmonellosi, tifo murino e rabbia.