Sigarette, aumenta il consumo a Roma: 200 tonnellate in più l'ultimo anno. «Stress post pandemia tra le cause»

Si tratta degli ultimi dati ufficiali disponibili dall'Agenzia delle dogane

Giovedì 4 Aprile 2024 di Giampiero Valenza
Sigarette, aumenta il consumo a Roma: 200 tonnellate in più l'ultimo anno. «Stress post pandemia tra le cause»

Poco meno di duecento tonnellate in più di tabacco sono andate in fumo.

I residenti del Lazio tornano a fumare e ad andare in tabaccheria e comprare sigari e sigarette. Secondo l'Agenzia delle dogane e dei monopoli in un solo anno - nel 2022 - questa è stata la quantità in più immessa al consumo. Una richiesta degli esercenti che (al netto delle giacenze), confermano un trend che non si ferma. E se nel 2021 erano stati acquistati 8.443.217 chili di tabacco, nel 2022 si è passati a 8.640.248.

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Si tratta degli ultimi dati ufficiali disponibili dall'Agenzia delle dogane che comunque fanno riflettere gli esperti che si occupano di disturbi e dipendenze che sperano invece in un calo del tabacco messo in vendita e che possa essere il segno di una riduzione del numero dei fumatori. L'aumento si attesta al 2,33% del tabacco lavorato circolante nelle tabaccherie ed è uno degli indizi di una domanda che potrebbe essere cresciuta anche a causa del periodo post-pandemico del Covid. «Viviamo con preoccupazione il ritorno al consumo - dice Claudio Mencacci, psichiatra, co-presidente della Sinpf, la società italiana di neuropsicofarmacologia - Tutto questo, dopo anni di una campagna meritoria lanciata dall'allora ministro alla Salute Girolamo Sirchia al quale molti cittadini gli devono una gratitudine permanente per aver smesso di fumare». «Questi numeri», prosegue l'esperto, «possono voler significare anche un ritorno indietro».

I PROVVEDIMENTI

Che servano le politiche antifumo lo dimostra uno studio pubblicato proprio nel numero di marzo della rivista scientifica Journal of Epidemiology & Community Health e che è stato guidato dai ricercatori romani dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs. Quest'analisi conferma la loro efficacia per ridurre il consumo di sigarette e che tutto questo può avere un effetto sul calo della mortalità per infarto del miocardio.
«La pandemia di Covid ha portato a un aumento del consumo di nicotina e di sostanze - continua Mencacci - Ora l'onda lunga di questo stato di allerta prosegue». Per lo psichiatra c'è una sorta di mix di eventi che sta spingendo verso il peggioramento degli stili di vita. E, di conseguenza, chi ha cercato di smettere di fumare può aver ripreso a farlo. O, chi non lo ha mai fatto, può invece cadere nel vizio. «Viviamo in un'era fatta di imprevedibilità e di frammentazione - sottolinea Mencacci - Qui gli stili di vita più corretti non sempre trovano una risposta e le persone tendono a essere sempre meno attenti alla loro salute. Le dipendenze stanno aumentando tantissimo ed è fondamentale intraprendere politiche di prevenzione».

LO STRESS

Dunque, lo stress potrebbe aver inciso sul comportamento d'acquisto dei cittadini del Lazio e, di tutta risposta, sono tornati in tabaccheria e nelle rivendite automatiche per sigari, sigarette e tabacco sfuso. «È plausibile un'interpretazione di questo numero partendo da fattori che hanno causato lo stress - dice la psicologa Francesca Andronico dell'ordine degli psicologi di Roma, esperta in gestione delle dipendenze - Sarebbe interessante ora capire quali fasce d'età sono maggiormente coinvolte. Il fumo ha una funzione sociale se consumato in un contesto sociale. Si instaura una dipendenza psicologica quando serve come riempitivo per lenire l'ansia».
«Se aumenta l'uso si può passare facilmente all'abuso e poi a una dipendenza fisica», aggiunge la psicologa.

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