Diabolik, parla l’amico: «Tutti volevano la sua morte. Così gli hanno teso la trappola». Ecco come è stato organizzato il delitto

Ha le idee chiare Bardhi Petrit, detto "Titi" l'albanese amico fraterno di Diabolik, uno della cosiddetta "batteria di Ponte Milvio", intercettato dalla Squadra Mobile

Sabato 27 Gennaio 2024 di Alessia Marani
Diabolik, parla l’amico: «Tutti volevano la sua morte. Così gli hanno teso la trappola»

Il killer lo ha trovato Bennato, i soldi li ha messi Capriotti e il tutto è stato organizzato da Molisso. Ha le idee chiare Bardhi Petrit, detto "Titi" l'albanese amico fraterno di Diabolik, uno della cosiddetta "batteria di Ponte Milvio", intercettato dalla Squadra Mobile dopo l'assassinio di Fabrizio Piscitelli.

La posizione della "triade" era stata archiviata, ma la Procura ha riaperto il fascicolo alla ricerca dei mandanti. E le conversazioni appena depositate al processo che vede alla sbarra nell'Aula Bunker di Rebibbia l'argentino Raul Esteban Calderon, accusato di essere l'autore materiale del delitto avvenuto il 7 agosto del 2019 nel Parco degli Acquedotti a Cinecittà, spalancano scenari vecchi e nuovi. Il Diablo sarebbe finito inviso ai tre per le "multe" (ossia i forti interessi) che metteva sui crediti da riscuotere per la droga e del resto era stato lo stesso albanese, ora tornato libero, a prevedere per primo la brutta fine dell'ex capo ultrà della Curva Nord della Lazio. Ascoltato dal Gico della Finanza, già nel 2018 diceva del socio: «Diabolik è una bomba che cammina...». Per aggiungere due anni dopo: «Era diventato fastidioso, metteva troppe multe.. e alla gente questo non va sempre bene». C'è di più. Titi, ex pugile che ben conosce il mondo dei Casalesi ed è temuto fisicamente, sembra non avere dubbi: chi ce l'aveva a morte con Piscitelli era pure Antonio Gaglione (non indagato), cognato del Michele, "O' Pazz", il potente boss in odore di Camorra, recentemente sgravato dall'accusa di associazione mafiosa, fatto che secondo i beninformati avrebbe reso il suo clan ancora più spavaldo.

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Tale Fatmir chiede a Bardhi: «Ma non si è capito ancora chi ha ammazzato Fabrizio?», e lui spiega «Ma sì.. noi lo sappiamo .. lo sa anche lo Stato». Parla del "fornaio" che «ha i miliardi», ossia Alessandro Capriotti, e dice: «Lui è uno stro... ha avuto le sue colpe.. ma lo hanno spinto altri». Chi? «Lo ha spinto Peppe (Molisso, ndr) al 100% e questi hanno avuto paura.. e siccome avevano litigato.. è meglio che spingiamo così lo togliamo e comandiamo noi». A Capriotti sarebbe stata applicata una "multa" da 300mila euro. «Gli hanno detto non la pagare perché sennò te la devi vedere con noi». E se, a proposito di Leo, «i soldi li ha messi quel figlio di p...», ad Antonio non risparmia veleno: «È il più bastardo di tutti, pure lui ha collaborato perché a Fabrizio non lo poteva vede'». Bardhi parla del suo dolore per la perdita del Diablo.

GLI INCONTRI

Erano sempre insieme anche quando Fabrizio si vede con Raffaele Purpo, l'ex Fedayn morto improvvisamente in casa a 56 anni, che tenta di mediare sulla "multa" a Capriotti. E anche il 6 agosto al parco degli Acquedotti. «Se pure il giorno dopo fosse stato con me - il suo cruccio - l'avrei difeso». Intanto, resta in carcere Calderon. La Corte ha sospeso i termini di custodia cautelare per l'argentino, inizialmente fissati a giugno, fino a sentenza.

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Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 06:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA