Il ricorso presentato dalla Artemisia spa e accolto dal Tar del Lazio, apre una nuova frontiera sul capitolo tamponi anti Covid non solo nella Capitale.
«Non esiste ragione sanitaria per cui l'esame non debba essere svolto da più soggetti possibili - scrivono i giudici amministrativi - senza che ciò determini una sottrazione di risorse pubbliche. È, infatti, il solo esame diagnostico che al momento consente di individuare i soggetti infetti e di applicare i protocolli di isolamento e tracciamento, unica vera alternativa al confinamento generalizzato». Ad oggi, presso gli istituti accreditati, era possibile svolgere l'esame rapido al costo di 22 euro, mentre per quanto riguardava il test successivo in caso di esito positivo, toccava alle strutture stesse inoltrare il campione alle autorità sanitarie competenti, che avrebbero provveduto a processarlo, risparmiando al paziente la coda in drive intasati.
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Aperture ai privati, dato l'aumento notevole dei contagi, negli ultimi giorni si erano registrate, a dire il vero, anche da parte della Regione, con la chiusura alle 18 di ieri sera, lunedì 26 ottobre, della manifestazione d'interesse rivolta ai laboratori privati per eseguire a prezzo calmierato anche i tamponi molecolari. La notizia, comunicata dall'Unità di crisi della Regione Lazio, tuttavia, rischia di essere scavalcata dal provvedimento del Tribunale che estende l'effettuazione dei tamponi a tutti gli istituti privati.
#Covid19 - Dal 27 ottobre il #tampone rapido e il test molecolare si prenotano #online, gli accessi al #DriveIn del Campus Biomedico saranno regolati in base alla prenotazione su https://t.co/JQXuUfESTp. https://t.co/V0ndm9TRRa
— Salute Lazio (@SaluteLazio) October 26, 2020
Nel bando della Regione si leggeva, infatti, che la risposta in termini di partecipazione fosse stata buona, ma che bisognasse aspettare il responso «della commissione tecnica, sotto la supervisione dell'Istituto Spallanzani, per verificare le congruità tecniche, produttive e qualitative oltre alle condizioni econimiche». Sulla scorta delle valutazioni, sarebbero stati scelti i laboratori. Ma tali requisiti, dal possesso del titolo autorizzativo alla capacità di effettuare fino 5mila esami al giorno, passando per il rilascio dei risultati entro le 24 ore successive, adesso rischiano di venire meno. Aspetto economico incluso.
#Coronavirus: il bollettino della Regione Lazio del #26ottobre. #SaluteLazio pic.twitter.com/B5nMDayayl
— Salute Lazio (@SaluteLazio) October 26, 2020
Naturalmente sui laboratori privati «graverà l'obbligo di comunicare alle pubbliche autorità l'individuazione di eventuali campioni positivi - concludono i giudici - trasmettendoli attraverso la scheda di segnalazione dei casi di infezione da virus respiratori, con l'effetto di evitare qualunque problema di mancanza di coordinamento tra le diverse strutture sanitarie».