Roma, all'Eur droga e soldi riciclati. «Sequestri per 4,5 milioni»: l’impero del clan che voleva annientare i Casamonica

Il gruppo di Marinacci e De Santis era attivo fino a Pomezia. Per i giudici erano «spietati»

Venerdì 16 Febbraio 2024 di Alessia Marani
Roma, all'Eur droga e soldi riciclati. «Sequestri per 4,5 milioni»: l’impero del clan che voleva annientare i Casamonica

La bella vita del clan Marinucci-De Santis tramonta con il sequestro ai fini della confisca eseguito ieri dagli agenti della Divisione Anticrimine della Questura: "Game over" a dirla con le parole degli investigatori. Sottratti ai narcos attivi dall'Eur-Torrino fino ad Ardea, Aprilia e Pomezia, beni e assetti societari per un valore di 4,5 milioni di euro.

Meno di quanto richiesto dalla Procura (sono sfuggiti ai sigilli un agriturismo di Pratica di Mare; una abitazione a Torvaianica Alta; un fabbricato a due passi da Ponte Milvio per la cui cessione era stato scomodato il commercialista della ndrina Morabito, e una società di costruzioni del Torrino) e poco rispetto a quanto speso dal gruppo a partire dal 2012 in una girandola di auto di lusso acquistate e rivendute, così come i Rolex e i Patek Philippe comprati all'estero e rivenduti per le plusvalenze.

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Vacanze negli hotel a 5 stelle a Ibiza, suite da 870 euro a notte a Forte di Marmi, residenze a Sharm El Sheik, cene nei ristoranti stellati di Milano: Alessia, la moglie di Francesco Marinucci, prima di sposarsi dichiarava redditi per 1.440 euro come lavorante parrucchiera poi la scalata, acquisendo quote consistenti in società di import export di autoveicoli e nelle sale scommesse, Snai ed Eurobet che il marito, vero dominus, apre attraverso prestanome in largo San Lorenzo ad Ardea e in via Varrone a Pomezia. In un momento di rabbia confida ad Olga compagna di Simone De Santis, braccio destro del coniuge: «A me dà fastidio che girano co' tutte ste macchine intestate a me, me rode proprio». Gli affari vanno a gonfie vele, a occuparsene è Antonella Ruggeri, madre di De Santis. La donna gestisce pure i soldi, mille euro, da dare alle famiglie dei pusher finiti in carcere. Ai «cavalli» della droga, come ha contribuito a ricostruire l'ex sodale divenuto poi collaboratore di giustizia Leonardo Capuano, il clan assicurava guadagni di 3/4mila euro al mese, un'auto e un telefono di servizio, sostentamento e spese legali in caso di detenzione. Ma anche Antonella si innervosisce e si sfoga con Alessia: «Io c'ho sta società con lui per carità.. hai visto lui è assente.. tanto ce guadagna». E lei, stizzita: «È un fantasma». Il 14 marzo 2022 Marinacci viene fermato a Ostia Antica a bordo di una Lamborghini Urus acquistata dalla CM21 srl (sequestrata) per 295mila euro. Ma per le sue mani e quelle di Simone, "Uaua", passano anche Mercedes, Audi, Land Rover e Porsche Macan. Per i giudici della III Sezione del Tribunale di Roma Marinacci e Ruggeri hanno attuato «una notevole espansione economico patrimoniale». Ritenuto il momento buono per investire in attività tradizionali, Marinacci intravede una opportunità nell'acquistare punti vendita della catena di pizzerie a tagli "Alice pizza" ma è scettico perché «può succedere di chiudere». Un business che porta a termine, invece, è quello delle sale scommesse e se ne vanta: «Io c'ho na sala mica come l'altri che hanno una serranda, ho speso 200mila euro, ho fatto una sala stratosferica al centro de Pomezia». La stessa Ruggeri cerca consulenza da tale Salvatore Rubino indagato dalla Dda per avere riciclato tramite le sale scommesse proventi illeciti per conto dei mandamenti mafiosi di Palermo. Del resto con i siciliani, stando al racconto del pentito Sante Fragalà, il clan aveva un certo legame: pagava «1500 euro a settimana» per ottenere protezione e potere spacciare nel territorio di competenza della cosca catanese.

IL CARCERE

Marinacci e De Santis sono in carcere dopo l'arresto con altri trenta indagati nell'operazione "All in" della polizia a novembre. La loro spietatezza è agli atti per il tentato omicidio di Antonio Casamonica a Spinaceto (luglio 2019) e per le spedizioni punitive ai danni di "Gi", Capuano, considerato un "traditore" per essere passato alla narco-associazione rivale capeggiata dall'ex azzurro del rugby Sami Panico. Quando l'amico Luca Giampà, marito di Mafalda Casamonica, litiga con i parenti della moglie, Marinucci e Uaua intervengono. Con Alessio Mazzotta si portano sul luogo a bordo della loro auto istigando Giampà a scendere e a sparare due colpi di pistola. A Giampà - l'uomo intercettando il quale è stata scoperta la presunta "talpa" della mala in Procura, l'avvocato Camilla Marianera - il gruppo diede riparo nella «casa al mare», la villa con piscina in via dei Gelsomini a Pomezia «fino a quando non sistemamo a cosa».Volevano fare la guerra ai Casamonica: «Vanno maciullati, screditati.. terrorizzati».

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 08:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA