Roma, pestato in metro: caccia al terzo uomo. Scaricabarile tra i picchiatori

Sabato 24 Settembre 2016 di Valentina Errante
Roma, pestato in metro: caccia al terzo uomo. Scaricabarile tra i picchiatori


ROMA «Non hanno ucciso soltanto perché i passeggeri della metro sono intervenuti», così scrive il gip nell'ordinanza che ha portato all'arresto di Luigi Riccitiello e Antonino Senneca. Ma il video, che riprende le immagini chock all'interno del vagone della linea B della metro, già esaminato a lungo dalla polizia, mostra esattamente la dinamica dei fatti che il 18 settembre hanno portato Maurizio Di Francescantonio al ricovero in ospedale con una prognosi ancora riservata. Dimostra che a picchiare sono stati in tre. Il pm Luigi Fede, che per Luigi Riccitiello e Antonino Senneca, entrambi in carcere, ha ipotizzato il tentato omicidio e la resistenza a pubblico ufficiale, ha adesso un quadro completo del pestaggio. Il cerchio sul terzo uomo, già identificato al momento dell'arresto degli altri due, si stringe. Tutti e quattro i componenti del gruppo (con loro c'era anche una ragazza che però non avrebbe colpito) fuggiti dopo l'agguato, sono stati individuati dalla polizia esattamente in dieci minuti.

L'IDENTIFICAZIONE
Erano le 15,25 del 18 settembre quando gli agenti sono arrivati alla fermata della metro di Piazza Bologna, il pestaggio era andato in scena poco prima. Bastano le testimonianze, un passeggero e la madre della vittima. Mentre Di Francescantonio viene trasportato al Policlinico, alle 15,35 la polizia individua i quattro ragazzi, fuggiti verso via XXI aprile. Per gli inquirenti non ci sono dubbi, volevano uccidere. Scrive il gip Ezio Damizia: «Non sono riusciti a perseverare» non riuscendo nel tentato omicidio «solo grazie all'intervento della gente, situazione che ha così impedito all'indagato di sferrare altri calci alla vittima».

Senneca che, durante l'interrogatorio davanti al gip, dirà di non ricordare, perché aveva assunto hashish, cocaina ed Md, e ha accusato comunque Riccitello «è stato Luigi a iniziare», tenta di divincolarsi, di fuggire, si rifiuta di consegnare i documenti, al momento della perquisizione afferra per le braccia i poliziotti che tentano di arrestarlo. «Situazione - si legge nell'ordinanza - proseguita anche negli uffici del commissariato, dove Senneca sfidava verbalmente gli agenti e danneggiava le pareti in cartongesso colpendole con un pugno». Le responsabilità individuali verranno definite successivamente è il gip a scrivere nel provvedimento: rimane soltanto «la necessità di maggiore specificazione nel prosieguo investigativo, circa l'esatto autore dello schiaffo iniziale nei confronti di Di Francescantonio», circostanze che però non «intaccano minimamente la gravità giudiziaria a loro carico».

Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 09:52