Fiumicino, bimbo di 11 annega in un canale, è giallo: non si esclude il suicidio

Martedì 4 Ottobre 2016 di Mirko Polisano
Fiumicino, bimbo di 11 annega in un canale, è giallo: non si esclude il suicidio

Morire a 11 anni, tra il fango e la melma di un canale di scolo. È giallo a Maccarese dove Alessandro ieri pomeriggio è annegato in un corso d'acqua di via Campo Salino. Quando lo hanno estratto dal fiumiciattolo, aveva il volto ricoperto di sangue. Era uscito dalla casa dei nonni per giocare in strada. Le indagini della polizia di Fiumicino si stanno ora concentrando intorno alle lesioni che sono state riscontrate sul corpo di Alessandro. Bisognerà stabilire se i tagli sia sul naso che sulla bocca del bambino, il piccolo se li sia procurati prima del decesso. «Le ferite riportate sono compatibili con la caduta», ribattono dal commissariato di Fiumicino che sta lavorando sul caso insieme agli uomini della questura di Roma. La polizia scientifica ha effettuato i rilievi. L'area del canale è stata circoscritta e non sarà accessibile per i prossimi giorni. Si dovrà infatti individuare il punto esatto in cui l'undicenne è caduto in acqua e non è detto che possa essere la stessa posizione in cui è stato ritrovato. È probabile che sia stato trascinato dalla corrente per qualche metro.

I RILIEVI
L'argine del canale sarà battuto palmo a palmo per isolare qualsiasi traccia estranea al passaggio di Alessandro. Un'altra ombra che gli agenti del commissariato di via Portuense stanno cercando di dissipare, infatti, è quella della compagnia. Il bambino era da solo o con qualcuno? Stando alle testimonianze dei residenti del comprensorio dei palazzoni delle società agricole, dove vivono i nonni del piccolo, Alessandro non si sarebbe mai allontanato dal cortile dove tutti i giorni giocava. Che abbia accettato una sfida con i suoi amichetti? Oppure che ci sia andato di proposito a ridosso del canale per gettarsi in acqua, dopo un'incomprensione a scuola o con i suoi parenti? Interrogativi che rimangono aperti. «Non escludiamo nessuna ipotesi», ribadiscono gli investigatori che lasciano aperta ogni pista, soprattutto quella interna alla famiglia. Alessandro a 11 anni ha già dovuto subire il rapporto turbolento dei genitori che vivono di lavori saltuari. Il papà disoccupato e la mamma a fare le pulizie per sbarcare il lunario. Alessandro trascorreva tutte le sue giornate dai nonni. È stata proprio nonna Maria ieri ad andarlo a prenderlo a scuola a Fregene, dove il piccolo frequentava la prima media per portarlo a casa, poche ore prima della tragedia. La donna M.B., di 60 anni, è stata ascoltata in caserma per tutto il pomeriggio. Al momento non è indagata, ma gli inquirenti hanno voluto sentire più volte la sua versione dei fatti.

LA DINAMICA
L'anziana ha ricostruito la dinamica. Alessandro era a casa dei nonni e come tutti i pomeriggi era sceso in cortile per giocare con gli amici. Passano i minuti però e le voci chiassose dei bambini non si sentono, così nonna Maria si insospettisce e va a cercare il suo nipotino, senza trovarlo. Di Ale, come è chiamato in famiglia il piccolo, nessuna traccia. Lo ritroveranno più tardi mentre esala gli ultimi respiri di vita. A prestare i primi soccorsi è stato un poliziotto fuori servizio che stava aspettando che sua figlia uscisse dal vicino asilo. Si è gettato sul corpo del bambino per tentare di rianimarlo. Anche alcune insegnanti della stessa scuola hanno provato a praticare il massaggio cardiaco, ma per Alessandro non c'è stato nulla da fare. Gli accertamenti finali spetteranno comunque all'autopsia. Il furgone della polizia mortuaria è partito in serata alla volta del Verano, accanto al corpo del piccolo Alessandro c'è stata fino alla fine mamma Simona che non lo ha abbandonato nemmeno per un attimo.
 

Ultimo aggiornamento: 19:57