Raggi, no all'adunata M5S: il timore di una «trappola»

Martedì 31 Gennaio 2017 di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
Raggi

Il pericolo di una «trappola», con tanto di contestazione concertata dagli avversari interni, potrebbe essere troppo alto. Per questo Virginia Raggi è tentata dal forfait alla grande adunata degli attivisti M5S di domenica prossima. Circa 400, minimo, i grillini previsti. «Non credo proprio che si presenterà, ha anche altri impegni», riferiscono i collaboratori più fidati della sindaca. Lasciando trapelare, a microfoni spenti, una certa irritazione per un'iniziativa che gli organizzatori vorrebbero far passare per una reunion «spontanea» della base Cinquestelle.

Ma che in realtà, secondo i fedelissimi della prima cittadina, avrebbe registi ben precisi. Da cercarsi rigorosamente nell'area che fa capo a Roberta Lombardi, la potente deputata romana punto di riferimento degli ortodossi del Movimento, a capo di un'area che a Palazzo Senatorio ha come terminali il presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito, e il capogruppo Paolo Ferrara.

L'APPUNTAMENTO
Lombardi ci sarà (proprio lunedì ha spento le dieci candeline grilline) ma ha assicurato ai suoi che non parlerà. Potrebbe essere presente anche un'altra attivista storica del M5S, ora senatrice, Paola Taverna.
I fatti: domenica, a partire dalle 15, i meetup romani, le cellule degli attivisti alla base della struttura piramidale pentastellata, si sono dati appuntamento all'Auditorium Seraphicum. Ufficialmente la riunione, anticipata dal Messaggero la settimana scorsa, è stata lanciata sul web dal meetup Amici di Beppe Grillo ed è aperta a tutti gli iscritti ai gruppi di militanza M5S e agli utenti registrati al blog di Grillo residenti a Roma. La riunione «è rigorosamente No Logo, nel rispetto delle indicazioni date da Beppe Grillo», si legge nel post. Al raduno - che sarà trasmesso in streaming - con ogni probabilità emergerà il dibattito sulla sindaca di Roma. Ecco perché vista la fase delicata il forfait è più che una possibilità.

TOTO-CHAT
Sono giorni complicati in Comune. Il toto-chat impazza. Daniele Frongia - uno dei «quattro amici al bar» come dal nome del gruppo Telegram con Raffaele Marra, Salvatore Romeo e Virginia Raggi - ha ricevuto anche offerte di denaro, da parte di trasmissioni televisive, affinché riveli il contenuto di queste informazioni che tanto stanno mandando in subbuglio il Campidoglio grillino. Ma l'ex vicesindaco su questo punto è stato sempre netto: «Non se ne parla, le mie chat sono a disposizione se lo vorrà della Procura».

Il clima, si diceva, è quello dell'attesa. Che rende Palazzo Senatorio un po' come la Fortezza Bastiani di Dino Buzzati. Si attende appunto l'interrogatorio della sindaca. Che anche ieri, come riferiscono fonti del Comune, ha trascorso gran parte del pomeriggio con i propri avvocati per studiare una strategia difensiva. Una ricostruzione da raccontare ai pm per schivare le accuse di abuso d'ufficio e falso ideologico per la nomina di Renato Marra a capo del dipartimento turismo del Comune. Una promozione che potrebbe vedere l'ingerenza del fratello, Raffaele, capo del Personale all'epoca della vicenda e braccio destro della Raggi fino al giorno dell'arresto. E proprio ieri Paolo Ferrara, un po' a sorpresa, è tornato a dichiarare davanti alle telecamere a proposito dell'ex Rasputin del Campidoglio: «Era uno dei 23mila dipendenti comunali». Affermazione già fatta dalla Raggi all'indomani dell'arresto, ma che adesso sembra ritornare stranamente in voga tra i grillini.

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 08:38