Roma, l'alfabeto di Raggi: i primi 12 mesi dalla A alla Z

Lunedì 19 Giugno 2017 di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
Roma, l'alfabeto di Raggi: i primi 12 mesi dalla A alla Z
A come Ancora tu. Ma anche come Anno zero. Doveva essere l'inizio di una nuova era amministrativa per un Campidoglio squassato da Mafia Capitale e dagli scandali. Una palingesi. Ma finora la musica non sembra cambiata: citofonare casa Marra.

B come Bello, bellissimo. Se ci fosse un cloud sulle parole più utilizzate dalla sindaca nei suoi discorsi, queste campeggerebbero nella nuvoletta a caratteri cubitali. Ma siamo sicuri che quest'anno sia stato bello bellissimo?. B come Blog: all'inizio era il canale ufficiale della grillina, a cui poi è stato ricordato di essere sindaca.

C come Chiara. Appendino. L'altro volto del grillismo di governo. Confronto continuo negli ultimi 12 mesi, con la bilancia che sembra essersi un po' riequilibrata dopo gli incidenti di piazza San Carlo. Gemelle diverse, o forse no.

D come Di Maio. Simul stabunt simul cadent. Che in romanesco si traduce in areggeme che t'areggo. I destini di Virginia e Luigi sono legati: se il Campidoglio tiene, Palazzo Chigi potrebbe aprirsi.

E come la formula E. Il progetto di alemanniana memoria, rivisto e corretto in salsa green, di far sfrecciare i bolidi all'Eur: si farà. E come Esquilino: persa la sfida nel quartiere multi etnico della Capitale, specchio della città complesso. Inascoltato l'urletto di dolore Paolo Sorrentino.

F come Funivia. “Ci stiamo attrezzando per lo skilift”, ha detto Renzi qualche giorno fa. Perché, al netto delle ironie, la giunta Raggi fa sul serio sulla tratta Casalotti-Boccea.

G come Grillo. L'ha difesa, tollerata, processata, quasi mollata, blindata, poi puntellata. "Giù le mani da Virginia", è l'ordine di scuderia del leader che ha fatto subito i conti la Capitale. Quando? Cadendo in una buca durante una manifestazione. Non è una battuta.

H come Hidalgo. Con la sindaca di Parigi ha iniziato a portare avanti la battaglia sul clima. Poi c'è stata la rottura di Trump, la sindaca di Parigi ha fatto fuoco e fiamme, quella di Roma è rimasta in silenzio. 

I come intelligenza colletiva. Concetto che piace tanto ai vertici M5S (Casaleggio-Casalino-Grillo) A Roma però la responsabilità (penale e non solo) è diventata subito personale.

L come Lacrime. Quelle sul balconcino del Campidoglio, durante l'insediamento, e quelle alla Caritas, nei giorni più difficili tra il caso Muraro e l'arresto di Marra, si parlano e si legano. L come Lombardi, anche, la carissima nemica con cui i rapporti – per ordine di Grillo – si sono stemperati solo di facciata. Le due si detestano cordialmente. E se Roberta si candiderà in Regione, Virginia le farà campagna elettorale?

M come Marra, Muraro, Minenna. Tra assessori dimessi, altri dimissionati, collaboratori finiti in manette, si è capito che non è una lettera che porta bene. M anche come M5S: comunque vada Raggi ha cambiato il M5S. E intanto M5S per lei ha cambiato il codice etico (in caso di rinvio a giudizio potrà rimanere).

N come NO. Alle Olimpiadi, ça va sans dire.

O come Oref. Cioè i revisori dei conti. Confinati per anni nella semi-clandestinità della burocrazia, sono finiti sotto i riflettori a dicembre quando, per la prima volta nella storia del Comune di Roma, hanno bocciato il bilancio presentato dalla giunta. E promettono altri interventi.

P come Pizza. “Mangio un boccone e poi si torna a casa”, twitta la sindaca a tarda notte dal suo ufficio del Campidoglio, con una Margherita inscatolata sul tavolo, che per una volta rimpiazza le solite bacche di Goji (come Frosinone la canzone di Calcutta: mangio la pizza, e sono il solo sveglio in tutta la città...).  In alternativa: P come polizze, vedi la lettera successiva.

Q come Quattro amici al bar: lei, Marra, Frongia, Romeo. La pizze, le chat le riunioni ad alta quota, le ore piccole, gli sguardi assonnati, i regali a sorpresa, le strategie.  Ah, quanti ricordi.

R come ratti. Sono milioni, più dei romani. Se la godono tra i rifiuti, non conoscono stagioni. Li vedono tutti, eccetto l'assessore all'Ambiente Pinuccia Montanari.

S come Stiamo lavorando. I rifiuti in strada? I bus che cadono a pezzi? I campi rom? Le buche? La variabile della domanda cambia, non cambia la risposta della sindaca, imitata spesso dai consiglieri della sua maggioranza. Difficile dire che i risultati di tutto questo “lavoro” si siano visti. 

T come Tetto del Campidoglio. Prima dell' invasione dei topi ci furono le "cimici", come spiegò Salvatore Romeo, l'uomo da una mille e una polizza.

U come Uber. E lo sciopero selvaggio dei tassisti che ha paralizzato il centro di Roma, con la solidarietà di “Virginia”, acclamata e scesa in piazza con i conducenti mentre il traffico tutt'intorno impazziva.

V come video. Quello delle dimissioni della Muraro, postato a notte fonda. E i video delle dirette streaming della giunta, promessi in campagna elettorale ma mai girati. E la casa di vetro?

Z come Zingaretti. Il governatore (Pd) del Lazio è stato l'unico controcanto fattuale e concreto alla giunta Raggi, al di là delle polemiche social e sterili del resto del Pd.
Ultimo aggiornamento: 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA