Roma, Gabrielli: «I campi rom sono terra di nessuno. Serve la politica»»

Mercoledì 24 Febbraio 2016 di Valeria Arnaldi
il prefetto Franco Gabrielli
 “I campi rom ormai sono diventati terra di nessuno”. Non ha usato mezzi termini il prefetto di Roma Franco Gabrielli, intervenendo alla Camera di Commercio in un incontro sul tema della sicurezza partecipata. Roma è in emergenza. La situazione, critica da tempo, sarebbe diventata esplosiva. Negli insediamenti, si trovano “roghi tossici” e attività illegali e c’è il grave problema del “rovistaggio esploso in maniera esponenziale”. Questioni che interessano tutta la città.
Serve una strategia rapida, ma, proprio mentre il leader della Lega Nord Matteo Salvini stava visitando il campo in via Salviati, Gabrielli sottolinea: “La Capitale ha i suoi anticorpi e non necessariamente bisogna assumere farmaci di provenienza nordica per dare risposte".
 Il problema, però, c’è, è più che evidente. Sono i numeri a denunciarlo: a Roma ci sono 57 insediamenti. Sono appena 13 quelli autorizzati, gli altri 44 sono, come spiega lo stesso Gabrielli, “abusivi e tollerati”. “Dalla fine della giunta Alemanno – aggiunge il prefetto - il Comune non ha più stanziato un euro per la gestione dei campi rom a Roma. La Giunta Alemanno li ha spesi non perché era più sensibile, ma perché c’era l’emergenza. Finiti i soldi, sono finite le attenzioni. E allora non sono stati più governati e sono diventati terra di nessuno”.
Abbandonati, condizione che inevitabilmente li fa prosperare. "L'unica soluzione è il superamento dei campi, per i quali tra l'altro siamo sotto infrazione comunitaria - afferma Gabrielli – ma se non c’è l’amministrazione possiamo fare tutti i tavoli che volete, scomodare pure Scavolini, ma la soluzione non la troviamo”.
L’intervento deve essere di natura politica, ribadisce il prefetto. “Gli sgomberi fini a loro stessi non portano da nessuna parte. I campi rom sono un tema reale, che non appartiene a uno schieramento o a un altro”.
Un problema della città. E del Governo. Manca una normativa penale adeguata a sanzionare i roghi tossici. E mancano anche strumenti concreti per risolvere i problemi delle discariche abusive che di quei roghi sono, spesso, alimento.  Ma, soprattutto, manca la politica, appunto.
“Serve un interlocutore forte e duro – conclude - che non ho avuto in questi 11 mesi. E servono impegni di spesa significativi”.  
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