Papa Bergoglio, al Colosseo anche la Via Crucis dei migranti e di chi soffre

Venerdì 14 Aprile 2017 di Franca Giansoldati
Papa Bergoglio, al Colosseo anche la Via Crucis dei migranti e di chi soffre
La Via Crucis al Colosseo si proietta sulla Via Crucis di milioni di persone nel mondo, schiacciate dal dolore. Ci sono le donne uccise da uomini che non sanno cosa sia amare, ci sono i bambini maltrattati, schiavizzati, sfruttati, ci sono i migranti che cercano un futuro diverso, ci sono i superstiti ai bombardamenti. Inizia oggi il Triduo Pasquale . «Non dobbiamo fermarci, come i sociologi, all’analisi della società in cui viviamo. Cristo non è venuto a spiegare le cose, ma a cambiare le persone. Il cuore di tenebra non è soltanto quello di qualche malvagio nascosto in fondo alla giungla, e neppure quello della società che lo ha prodotto. In misura diversa è dentro ognuno di noi» ha spiegato il predicatore della Casa Pontificia, padre Cantalamessa, alla solenne celebrazione pomeridiana  in cui viene ricordata la Passione del Venerdì Santo. Nella basilica di San Pietro Papa Bergoglio ha prima ascoltato la lettura del Vangelo di Giovanni e successivamente  l’omelia di Cantalamessa, preparandosi spiritualmente a ripercorrere le tradizionali quattordici stazioni della Via Crucis nell’Anfiteatro Flavio. Le meditazioni che si ascolteranno sono firmate dalla biblista francese Anne-Marie Pellettier che, nei testi preparati, si è affidata al pensiero di Caterina da Siena, Anna Harendt e Etty Hillesum. 

«Il pianto che Gesù affida alle figlie di Gerusalemme come
un’opera di compassione, questo pianto delle donne non manca mai  in questo mondo», scrive la biblista. «Esso scende  silenziosamente sulle guance delle donne. Più spesso ancora, probabilmente, in modo invisibile, nel loro cuore, come le  lacrime di sangue di cui parla Caterina da Siena. Non che le  lacrime spettino alle donne, come se la loro sorte fosse quella  di piangere passive e impotenti, dentro una storia che gli  uomini, da soli, sarebbero tenuti a scrivere. Infatti i loro  pianti sono anche, e innanzitutto, tutti quelli che esse  raccolgono, lontano da ogni sguardo e da ogni celebrazione, in un  mondo in cui c’è molto da piangere. Pianto dei bambini  terrorizzati, dei feriti nei campi di battaglia che invocano una  madre, pianto solitario dei malati e dei morenti sulla soglia  dell’ignoto. Pianto di smarrimento, che scorre sulla faccia di  questo mondo che è stato creato, nel primo giorno, per lacrime di  gioia, nella comune esultanza dell’uomo e della donna. Ed anche  Etty Hillesum, donna forte d’Israele rimasta in piedi nella  tempesta della persecuzione nazista, che difese fino all’ultimo  la bontà della vita, ci suggerisce all’orecchio questo segreto  che lei intuisce alla fine della sua strada: ci sono lacrime da  consolare sul volto di Dio, quando piange sulla miseria dei suoi  figli. Nell’inferno che sommerge il mondo, lei osa pregare Dio:
’Cercherò di aiutarti’, gli dice».
 
Ultimo aggiornamento: 20:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA