Unioni civili, scontro nel Pd sulla libertà di coscienza. Zanda: «Solo su tre emendamenti»

Mercoledì 10 Febbraio 2016
Unioni civili, scontro nel Pd sulla libertà di coscienza. Zanda: «Solo su tre emendamenti»

È iniziato l'esame degli articoli del ddl Cirinnà nell'aula del Senato. Dopo la replica alla discussione generale del ministro Andrea Orlando, sarà il momento del primo voto. Si tratta dell'odg Quagliariello-Calderoli che chiede il non passaggio agli articoli: se passasse il Senato non potrebbe più occuparsi delle unioni civili per 6 mesi. I due firmatari hanno fatto richiesta di voto segreto sull'odg. 

«La votazione a scrutinio segreto non può essere concessa». Lo ha detto il presidente Pietro Grasso in merito alla richiesta di voto segreto sull'ordine del giorno Quagliariello-Calderoli sul non passaggio agli articoli del ddl Cirinnà.  


Il governo, tranne che per quegli emendamenti sui quali si esprimerà con valutazioni tecnica, sulle proposte di modifica al ddl si «rimetterà all'Aula», ha detto il ministro Andrea Orlando ringraziando tutti i senatori per il confronto «approfondito»di questi giorni. «L'auspicio è che questo lavoro e confronto prosegua nel corso delle votazioni, con lo sforzo di riconoscere la parte di verità che esiste nelle posizioni diverse dalla propria». E questo «non è un invito retorico: quando la politica è chiamata ad avventurarsi in un terreno così delicato» è necessario «tener conto dell'impatto e della rilevanza delle parole utilizzate».

«Le sue offese sono una medaglia».

Pietro Grasso ha commentato così l'intervento di Carlo Giovanardi che ha duramente criticato il presidente del Senato per il no voto segreto sull'odg per il passaggio agli articoli del ddl Cirinnà.

«Promessi sposi» particolarmente citati a palazzo Madama anche oggi sulle unioni civili. Il leghista Roberto Calderoli ha infatti criticato la decisione del presidente del Senato Pietro Grasso di non concedere il voto segreto, rievocando il passaggio del romanzo manzoniano in cui a don Abbondio il bravo intima che il matrimonio tra Renzo e Lucia «non s'ha da fare, né domani né mai». Calderoli ha accusato Grasso di aver scelto l'imposizione opposta: «Questo matrimonio s'ha da fare domani e sempre», ha detto il vice presidente del Senato, augurandosi che la scelta «politica» del presidente sia stata «spontanea». «Poteva convocare la Giunta del Regolamento -ha detto inoltre Calderoli- dove, vista la maggioranza ampia, poteva anche fare il Ponzio Pilato...».

 

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