Lo sfogo di Tiziano Renzi: «Gogna infinita, nessuno mente ai figli». E la moglie lo difende

Mercoledì 17 Maggio 2017 di Mario Ajello
Tiziano Renzi
dal nostro inviato
RIGNANO «La persecuzione continua. Ma non sarà bombardando me che portano a casa la testa di Matteo». Tiziano Renzi, nella sua Rignano, alterna momenti di furia ad altri di avvilimento. Vede l'attacco politico e l'attacco personale. Si sfoga con qualche intimo. Parla di «gogna infinita». Anche se, nei momenti in cui l'ira cala, osserva: «Se anche a mio figlio dico che non ricordo, a proposito di Romeo, vuol dire che è così. Nessuno è capace di mentire ai figli».

Ma ecco, a ridosso della piazza del paese, l'inseparabile amico Billy Bargilli, l'autista del camper di Matteo Renzi nelle primarie contro Bersani. Inveisce a sua volta contro i media e contro i giudici che passano le intercettazioni ai giornali e aggiunge: «Questi attacchi danneggiano chi li fa. A noi ci favoriscono. Sia Matteo sia Tiziano, nella telefonata data in pasto alla gente senza rispetto di niente e di nessuno, fanno una bella figura. Ora sì che si arriva al 45 per cento».

BLINDATO
Tiziano intanto passa il pomeriggio e la serata blindato nella sua casa di campagna nella frazione di Torri. Vede i tiggì. Apprende che Matteo ha chiesto al ministro della giustizia, Orlando, di intervenire su queste intercettazioni usate come una «clava» e starà plaudendo alle parole di Matteo, che lui probabilmente vorrebbe ancora più dure. Driiiin... Suona la porta in casa Renzi senior. La apre la moglie, Laura, detta Lalla, considerata la vera leader della coppia e della family, a sua volta citata nella telefonata intercettata, e ha un aspetto estremamente teso.

Che non le fa perdere la gentilezza, però, e la signora Bovoli avverte il seccatore: «Non è il momento di parlare, lasciate in pace mio marito». Il quale, un attimo dopo, compare sull'uscio e con una mano accompagna la consorte dentro il salotto. «Mi sento braccato», è il suo stato d'animo. E ancora: «Vogliono portare la guerra anche tra me e Matteo, ma ci siamo detti solo quello che dovevamo dirci. Tra due persone che sanno di non avere niente da nascondere. Ma quando finisce questa barbarie? Per ogni minima cosa che ci riguarda, viene montato un casino pazzesco». E ora che i sondaggi elettorali sorridono, su questo padre e figlio concordano, la clava viene attivata con particolare forza.

CUORE MALANDATO
Solo per poco Tiziano monta sul suo Suv bianco, giusto per percorrere il tragitto che lo porta in paese. Lo fa al mattino. Va in farmacia a comprarsi le medicine per il cuore, che gli ha dato problemi di fibrillazione e per due volte - l'ultima l'altro giorno - e andato a farsi controllare all'ospedale fiorentino di Careggi. Arriva in piazza 25 aprile, viene intercettato dalla telecamerina di un cronista e sbotta: «Sparite, mi avete rotto le p.... Chiaro?!». E poi: «Ma vada a fare in c.... Lei e tutti i suoi colleghi». Crede di essere uscito bene dalla telefonata-gogna ma resta furioso per quello che li chiama «l'assedio».

Gli improperi contro i media li hanno sentiti tutti in piazza. Qualcuno è uscito dall'ufficio postale dicendo: «Che cosa succede? Ancora il Renzi? E basta. Con tutti i casini che fa, porta scompiglio nel nostro paese». Lui va via molto abbattuto. In un paese che sembra piuttosto stanco del caso Tiziano. Una signora, ex vicina di casa dei Renzi, al bar Feroci sulla piazza parla così: «Matteo, come si sente anche nella telefonata, è un ragazzo d'oro. Il padre invece è un trappolone. Uno che combina guai, magari non gravi ma si caccia sempre nei guai».

Il caso Tiziano è anche un caso politico locale. Perché la vicenda Consip ha spaccato il Pd. L'attuale sindaco, ex sodale di Renzi senior, per le combattutissime amministrative dell'11 giugno si presenta contro il Pd di cui faceva parte e dice Daniele Lorenzini: «Questa telefonata per me non cambia nulla. Io resto garantista». Proprio lui partecipò a una serata da Tiziano, in cui il padrone di casa avrebbe detto: «Ho paura di essere arrestato».
Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA