Stop di Renzi: «L'Iva non aumenterà mai, il governo è con me»

Mercoledì 19 Aprile 2017 di Andrea Bassi
Renzi

Matteo Renzi frena. Di più, inchioda. Sull'idea di uno scambio tra un aumento dell'Iva e un taglio delle tasse sul lavoro nella prossima legge di Stabilità, definito «ragionevole» dal ministro Pier Carlo Padoan nell'intervista di domenica scorsa al Messaggero, il candidato segretario del Pd dice senza mezzi termini che «non c'è nessun aumento di Iva, né della benzina, né dello zucchero».

Nella sua e-news l'ex premier ha ricordato che «l'ultima volta che in Italia è aumentata l'Iva risale al primo ottobre 2013, un altro governo». Il messaggio a quanti pensano all'aumento è chiaro: «Noi le tasse non le aumentiamo. E il govero Gentiloni - sottolinea Renzi - ha scelto la stessa strategia». Il Pd, insomma, «ha rottamato Dracula», riferendosi probabilmente alla linea di esasperata pressione portata avanti dall'ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. Un messaggio ribadito anche dal capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, che ieri ha ricordato come nel Def l'ipotesi non sia contemplata. Su un fronte opposto si è invece schierata Confindustria, che ieri è stata ascoltata in audizione alla Camera proprio sul Documento di economia e finanza.

«Da tutte le simulazioni che abbiamo fatto in questi anni», ha spiegato il direttore del Centro Studi, Luca Paolazzi, «emerge che lo scambio Iva-cuneo fiscale determina un forte stimolo alla crescita, anche in queste situazioni di debolezza dei consumi. Vuoi perché - ha proseguito Paolazzi - la riduzione del cuneo si traduce in una minore dinamica inflazionistica, vuoi perché c'è un maggiore stimolo alle esportazioni, vuoi perché c'è chi si orienta verso i mercati esteri più dinamici».

Se però Confindustria sembra apprezzare la proposta dell'Ocse citata da Padoan, c'è chi sale invece sulle barricate, come la Confcommercio, il cui ufficio studi ha bollato come un «clamoroso errore» un eventuale scambio tra Iva e cuneo fiscale. «Non è rassicurante», ha spiegato l'associazione, «il ritorno di ipotesi di scambio tra imposte nel quale l'Iva dovrebbe crescere. Il punto da tenere è quello di una riduzione complessiva del carico fiscale su famiglie e imprese senza rincorrere pericolose congetture di migrazione di gettito tra tributi».

Una linea sposata anche dal Codacons. Se si trasformeranno da ipotesi in fatti gli aumenti delle aliquote Iva, ha spiegato l'associazione dei consumatori, massacreranno le famiglie italiane con una maxi-stangata da 791 euro annui. La leader della Cgil, Susanna Camusso, si è detta «preoccupata» del dibattito che si sta facendo intorno all'aumento dell'Iva perché, ha spiegato, «avrebbe un ulteriore effetto di compressione del potere d'acquisto dei lavoratori e pensionati». Bisogna invece intervenire con una vera riforma fiscale, ha quindi aggiunto. Il Cnel, sempre in audizione alla Camera, ha sottolineato come il 40% del reddito delle famiglie viene speso in tasse: di un budget annuo complessivo di 40.000 euro, la quota destinata ai tributi raggiunge in media la cifra 16.000 euro.

Intanto ieri, sempre sui temi economici, il premier Paolo Gentiloni ha incontrato una rappresentanza di Mdp.

Un incontro «cordiale e anche utile», hanno commentato i capigruppo Francesco Laforgia e Cecilia Guerra, dopo il quale «resta una differenza di vedute sui tre anni di governo precedente e per questo ci aspettiamo davvero un cambio di passo sulla questione sociale, ad esempio, con un miliardo in più sulla lotta alla povertà e l'eliminazione del superticket».

Ultimo aggiornamento: 15:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA