Quarto, direttorio M5S sotto processo. Ira di Casaleggio: errori imperdonabili

Martedì 19 Gennaio 2016 di Claudio Marincola
Di Maio, Di Battista e Fico

Si sentono sotto «attacco concentrico». E dunque, non è il momento di apparire divisi, prendere decisioni affrettate, anche se le tensioni interne ci sono, eccome. Al contrario è il momento di «parlare con la gente» e spiegare che «la macchina del fango», «complici i giornali e le televisioni» si è messa in moto in grande stile «per coprire lo scandalo della Banca Etruria».

Per rispondere colpo su colpo Gianroberto Casaleggio ha schierato in prima fila Alessandro Di Battista che nella gerarchia grillina ha scalato varie posizioni. Non è un caso se in tv ormai ci va soprattutto lui, il deputato romano che, secondo alcuni, se candidato al Campidoglio straccerebbe qualsiasi avversario. Va dalla Gruber, Formigli, Del Debbio, un'overdose di talk a ripetere che lo scandalo di Quarto non esiste, è un'invenzione mediatica. Domenica sarà ad Arezzo con Villarosa e si accenderanno “i fuochi d'artificio”.

L'interlocutore naturale sarebbe Fico che ha vissuto in prima persona lo psicodramma di Quarto che invece viene dirottato alle assemblee di Vicenza, nella periferia dell'impero, lontano dai suoi Meet up. Sale anche Danilo Toninelli che ha già gestito le “relazioni pericolose” con il Pd sulla Consulta e ora è in prima linea sulle Unioni civili.
 
Un giorno apre, l'altro chiude. Ed è risalita nella considerazione dei guru fondatori anche Roberta Lombardi, che ha saputo farsi da parte al momento giusto ma poi è tornata organizzando il meeting di Imola e impegnandosi sul fronte romano, quello più ”caldo“. Fuori dal terremoto che sta scuotendo il Movimento si tengono Carla Ruocco, che pure è napoletana come Fico e il salernitano Carlo Sibilia, entrambi membri del Direttorio. E sempre in off side restano i senatori che Grillo considera “decorativi” e ininfluenti a qualsiasi livello.

IL CAN CAN
Grillo e Casaleggio si sentono molto spesso. Più spesso del solito. Hanno una loro teoria: che tutto il can can orchestrato su Quarto nasca da un sondaggio commissionato dal Pd in base al quale Luigi Di Maio avrebbe superato Matteo Renzi in termini di consenso. Tutto è partito da lì, una controffensiva «rabbiosa» decisa a tavolino per incastrare il delfino, l'enfant prodige Di Maio. Ma, come spesso accade, a finire impallinato è stato un altro, Fico, il presidente della commissione di Vigilanza Rai, già deboluccio di suo.

X FACTOR
«Stiamo creando una classe dirigente di persone per bene, per questo ci vogliono fermare», ripete convinto Casaleggio che ha chiesto ai suoi di portare a casa qualcosa. Primo fra tutti il reddito di cittadinanza. Su questo con il Pd si può anche trattare. Intanto però la grana Quarto produce danni collaterali. Il primo cittadino Rosa Capuozzo ha perso ieri altri due consiglieri. Ora la maggioranza quartese si regge sul filo. Stefania Galino e Raffaele D'Alise hanno presentato le dimissioni. Ergo non verranno espulsi dal Movimento. Il gruppo dei fedelissimi si è ridotto a 11 sopravvissuti e non saranno possibili altre surroghe poiché la lista dei non eletti si è ormai prosciugata. Gli altri due consiglieri subentrati ai dimissionari Nicolais e Fontana hanno già fatto sapere di non essere disponibili a entrare in Consiglio sotto un simbolo diverso dai 5Stelle.

La giunta Capuozzo potrebbe insomma precipitare già nei prossimi giorni, visto che vanno sostituiti anche 3 assessori dimissionari. E si annuncia una stretta sulle candidature. Le liste ora saranno molto più calate dall'alto, verranno inviate alle prefetture e dove necessario anche alla Dia, la Direzione investigativa Antimafia. Oggi la Capuozzo verrà ascoltata dalla commissione parlamentare Antimafia, sul suo profilo Facebook ha continuato a prendere le distanze dal vertice grillino. Chi sta vivendo una situazione di grande imbarazzo è il presidente della commissione di Vigilanza Roberto Fico, membro del Direttorio. Il modo in cui è stata gestita la "crisi", i ritardi nel definire una linea condivisa, gli scontri con gli altri deputati campani, lasciano supporre che abbia perso il polso della situazione mettendo in difficoltà anche Luigi Di Maio. Di certo le gerarchie del Direttorio ora sono cambiate. Grillo e Casaleggio hanno chiesto che errori del genere non si ripetano più.

IL NODO ROMA
E si riapre il nodo Roma.

Le 233 candidature per il Campidolgio sono diventate 218, (in 15 non avevano i requisiti). C'è di tutto: consiglieri comunali, ingegneri, avvocati, infermieri, professori universitari, attivisti dell'emergenza-casa, studenti, disoccupati, casalinghe, pensionati. Ma a quanto pare nessun vip. Entro la prima settimana di febbraio i 9500 iscritti dovranno sceglierne solo uno. L'unico con l'X Factor.

Ultimo aggiornamento: 16:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA