Renzi: «Caso Unesco-Israele inaccettabile: stop a queste posizioni»

Venerdì 21 Ottobre 2016
Renzi: «Caso Unesco-Israele inaccettabile: stop a queste posizioni»

Un voto «allucinante», una risoluzione «inaccettabile» che va «contro Israele». L'Italia ha commesso un «errore» andando «in automatico». Ma su questi temi, «se c'è da rompere l'unità europea, che si rompa». Il premier Matteo Renzi entra a gamba tesa sulla vicenda della risoluzione dell'Unesco sui luoghi sacri di Gerusalemme. Un attacco durissimo che arriva a tre giorni dal voto del documento, sul quale l'Italia si è astenuta. E che gli fa guadagnare la gratitudine di Israele, ma anche una marea di polemiche in casa, con la richiesta di dimettersi o di far dimettere il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Il premier è a Bruxelles quando decide, in un'intervista a Rtl, di commentare l'astensione dell'Italia sulla risoluzione. Le sue parole sono durissime: «È una vicenda allucinante, ho chiesto al ministro degli Esteri di vederci subito al mio ritorno a Roma. È incomprensibile, inaccettabile e sbagliato. Ho chiesto espressamente ieri ai nostri di smetterla con queste posizioni. Non si può continuare con queste mozioni finalizzate ad attaccare Israele». E mentre a Roma alcuni media cominciano a parlare di una 'convocazionè del titolare della Farnesina, a Bruxelles, concluso il vertice europeo, Renzi precisa: «Non ho convocato il ministro, si convocano gli ambasciatori degli altri paesi, ho detto solo di volergli parlare, cosa che ho fatto». Il voto italiano, Renzi ne è convinto, è frutto di una consuetudine, è stata una «posizione tradizionale nel senso che tutti gli anni va in automatico un voto di questo genere. Penso si debba ridiscutere e riflettere: non è certo colpa dell'ambasciatore» all'Unesco, ma di linea politica «e su questo è stato fatto un errore».

Insomma, non cadrà alcuna testa, ma la linea italiana deve cambiare, senza timore di rompere «il fronte europeo», sottolinea Renzi, parlando di una risoluzione contro la quale hanno votato Usa, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Estonia e Olanda mentre Roma si è astenuta assieme a Francia e Spagna. Immediata è arrivata la reazione israeliana. «Ringraziamo e ci felicitiamo con il governo italiano per questa importante dichiarazione», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Emmanuel Nahshon. Un rasserenamento che ha anche tolto un'ombra sulla visita che il capo dello Stato Sergio Mattarella compirà a fine mese in Israele. E in serata Renzi ha avuto un colloquio «molto positivo» anche con la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che aveva avuto parole molto dure sulla posizione italiana. Altrettanto immediate sono però arrivate le polemiche. Da Forza Italia si chiedono come mai Renzi si sia accorto di quanto accaduto solo dopo una settimana, Renato Brunetta definisce «indecente» la posizione del premier: «Se davvero si è andati in 'automaticò - dice - faccia dimettere il suo ministro degli Esteri».

D'accordo il senatore Lucio Malan, che chiede le dimissioni di Renzi o di Gentiloni, mentre Deborah Bergamini lancia l'allarme per una politica estera senza pilota e Stefano Parisi assicura che il premier «non poteva non sapere».

Dura anche la Lega Nord con Massimiliano Fedriga, che definisce il premier «bugiardo o incapace» e conclude: «È ora che lasci la guida del paese a vada a casa». Daniele Capezzone (CoR) si chiede dove fosse Renzi mentre l'Italia votava, mentre il collega di partito Luigi Compagna chiede che il governo riferisca in parlamento. Mentre Sinistra Italiana si chiede perché il premier tace sulle violazioni di Israele.

Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 13:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA