Di Maio unico big tra 7 mini sfidanti. No degli ortodossi

Martedì 19 Settembre 2017 di Stefania Piras
Di Maio unico big tra 7 mini sfidanti. No degli ortodossi

La lista degli aspiranti premier pentastellati è ancora provvisoria, precisa il blog di Beppe Grillo, ma le sensazioni di queste quarantotto ore sono confermate. Tra gli otto pretendenti alla poltrona di Palazzo Chigi il nome più forte è quello di Luigi Di Maio. Nessun ortodosso in lista, tantomeno Roberto Fico, ma una senatrice che peraltro ha già fatto espresso la sua dichirazione di voto per Di Maio, Elena Fattori, e altri sei attivisti di piccolo cabotaggio, in gran parte ex consiglieri comunali.

SFIDANTI
Ecco il catalogo degli sfidanti: Vincenzo Cicchetti, classe 61, ex candidato M5S a sindaco di Riccione dove ha vissuto in prima persona la faglia pentastellata romagnola dove ci sono diversi gruppi M5S in contrasto fra loro. Andrea Davide Frallicciardi, 39 anni, impiegato ed ex consigliere a Figline Valdarno, poi Domenico Ispirato, 54 anni, napoletano trapiantato a Verona, geometra ed ex consigliere comunale nel capoluogo scaligero. C'è Gianmarco Novi, quarantenne ex consigliere a Monza. Nella sua presentazione sul blog afferma di essere «cintura nera di arti marziali tradizionali cinesi», mentre «da 3 anni per motivi di salute, etici ed ambientali - spiega -ho deciso di perseguire una dieta vegana/fruttariana». C'è anche Nadia Piseddu, 28 anni, laureata in ingegneria aerospaziale ed ex candidata a sindaco di Vignola che poi si è dimessa dal consiglio. E infine l'unico che ha esperito un mandato di governo è Marco Zordan, 43 anni, artigiano, ed ex assessore al personale della giunta M5S di Sarego, comune di 7 mila abitanti in provincia di Vicenza, che ha rinnovato l'amministrazione comunale per la seconda volta sotto il segno del M5S. Zordan ha avuto buoni rapporti con l'eretico parmigiano Federico Pizzarotti.

Tutti in corsa per celebrare il rito che chiunque possa aspirare a una prova tanto difficile. L'unica parlamentare che sfida Di Maio è Fattori, classe 1966, eletta nel Lazio, regione in cui risiede a Genzano Di Roma. Al Senato è vicepresidente della Commissione agricoltura e si è impegnata per ammorbidire la posizione antivaccinista molto presente nel M5S. Ha così commentato la sua candidatura su Fb: «Ho voluto metterci la faccia, come hanno fatto Luigi Di Maio e gli altri. Chi è nel M5s non usa queste votazioni per pesarsì e organizzarsi in correnti interne».
«I giornali volevano delle primarie fiction - tuonano dal blog - noi gli abbiamo dato la realtà! Candidarsi alla guida del paese è una grande, enorme responsabilità e tanto di cappello per chiunque ha deciso di mettersi in gioco».

RICORSI
Il dettaglio non proprio trascurabile è che questa votazione ancor prima di cominciare è già passibile di ricorsi.

Amerigo Rutigliano che si definisce un «iscritto documentato come previsto dal Non statuto» ritiene di avere i requisiti richiesti per partecipare alle primarie tanto da aver presentato la sua candidatura. «Se non dovesse essere accettata, annuncio sin da ora che, come iscritto presenterò ricorso contro primarie del tutto falsate» dice. Diverso il tono provocatorio di Roberto Saviano che ha voluto sfidare Di Maio candidandosi per tirare fuori il Movimento da una votazione «bulgara». Ieri intanto è stata una giornata particolarmente positiva per l'avvocato esperto di codici pentastellati Lorenzo Borré che ha portato a casa due risultati: l'annullamento della sospensione della consigliera capitolina anti stadio Cristina Grancio che oggi affronterà gli avvocati del M5S in tribunale. A Palermo invece il M5S ha chiesto al giudice di revocare il decreto di sospensione delle Regionarie perché non ci sarebbero i termini per re-indirle. «Bastano 5 giorni» ha replicato Borré che contesta l'esclusione di Giulivi dalle primarie siciliane. Motivo? «Chiara Appendino non ha mica firmato il codice deontologico imposto a Giulivi».

Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA