Carrai a giorni nello staff di Renzi, Mattarella consiglia nomine in 2 fasi

Sabato 30 Aprile 2016 di Alberto Gentili
Carrai a giorni nello staff di Renzi, Mattarella consiglia nomine in 2 fasi
Non deve trarre in inganno il nuovo rinvio della nomina di Marco Carrai a consulente per la cyber-security. Matteo Renzi, a dispetto delle bordate di Grillo & C. tira dritto. Il suo amico di sempre, grande esperto di sicurezza informatica, con buoni contatti con Cia e Mossad, la settimana prossima entrerà a palazzo Chigi. E ci entrerà con il disco verde del Quirinale.

L'altra sera, quando il premier è salito sul Colle per discutere delle nomine, Sergio Mattarella non ha avuto nulla da ridire: la scelta di fare di Carrai un super consulente per la sicurezza informatica, fa parte delle nomine dirette di Renzi volte a completare il proprio staff. Dunque è una decisione che, secondo il capo dello Stato, il premier può prendere in piena e totale autonomia. Però dal Quirinale è anche arrivato un suggerimento sul metodo: per evitare equivoci, meglio effettuare la nomina di Carrai in secondo momento, senza mischiarla a quelle dei vertici di Servizi, Polizia e Forze armate. E soprattutto, in quanto semplice consulente, Carrai non guiderà alcuna struttura d'intelligence.

 

Renzi ha fatto tesoro dei consigli. Come ha fatto tesoro anche dell'idea, lanciata sempre da Mattarella, di avvertire per tempo le opposizioni dell'infornata di nomine istituzionali. Cosa che il premier ha fatto ricorrendo al sottosegretario ai Servizi, Marco Minniti: prima che avesse inizio la riunione del governo, Minniti ha chiamato i rappresentanti nel Copasir di Lega, Forza Italia, Cinquestelle, etc.

Al termine del Consiglio dei ministri, Renzi si è tolto comunque qualche sassolino dalle scarpe: «Nelle settimane scorse ho letto una ridda di nomi che francamente non avevano riscontro, come se volessi mettere qualche amico a capo dei Servizi. Invece in un Paese civile e normale, quando si tratta di nominare gli alti vertici, si valorizzano le figure istituzionali. Nessuna cordata o cordatina. E' stato fatto tutto in totale trasparenza».

IL SUPER CONSULENTE
Ed ecco l'annuncio della nomina di Carrai, con tanto di sottolineatura del metodo suggerito dal Quirinale: «La settimana prossima faremo ulteriori organizzazioni interne del mio staff. Voglio sia chiaro che c'è una differenza tra le nomine istituzionali di oggi e le nomine di staff che sono collaboratori del presidente del Consiglio corrente e lasciando quando il premier se ne va. Succede così in tutto il mondo, solo da noi avviene una potenziale confusione tra questi ruoli». Poi, facendo finalmente il nome di Carrai a precisa domanda: «Carrai è un mio amico come tante persone che lavorano con me. Lo conosco da dieci anni e gli ho chiesto di darmi una mano nel settore del Big Data. Trovo il modo in cui è stato raccontato e descritto un grande sfoggio di fantasia. Spero che lui non abbia cambiato idea a furia di leggere certe cose e voglia ancora lavorare con noi, anche se la sua qualità della vita peggiorerebbe per via del blind trust che dovrebbe fare e per tutti i soldi che perderebbe».

Il carosello di nomine ha visto, sotto traccia, anche un braccio di ferro tra Renzi e Angelino Alfano. Il ministro dell'Interno è riuscito, dopo un lungo lavoro di tessitura, a imporre a capo del Dis (al posto di Giampiero Massolo che Renzi ha pubblicamente ringraziato) il nome di Alessandro Pansa cui è legato da un antico rapporto di stima e amicizia. Il premier, però, in cambio ha riempito con il nome di Franco Gabrielli la delicata casella di capo della Polizia. «Una scelta», spiega un ministro renziano, «volta a lanciare un segnale di attenzione istituzionale»: Gabrielli, attuale prefetto di Roma, è amico fraterno di Enrico Letta.

UN AMICO ALLA GDF
In più, imponendo la regola di scegliere in «numeri due» nella scala gerarchica dei vari settori, Renzi ha portato alla guida della Guardia di Finanza il generale Giorgio Toschi, in ottimi rapporti con il premier fin dai tempi in cui il primo comandava le Fiamme gialle in Toscana e il secondo era presidente della provincia di Firenze.
L'ultima notizia riguarda la durata delle nomine. A sorpresa Renzi ha deciso di fissarne la scadenza tra due anni. Spiegazione: «Abbiamo deciso così perché siamo persone serie e corrette. Nel 2018 si voterà per eleggere il nuovo governo che potrà rinnovare gli incarichi». Pausa, sorrisetto: «Ma non fatevi illusioni, tra due anni vincerò e qui ci sarò ancora io».

 
Ultimo aggiornamento: 11:14