Obama saluta la Casa Bianca e si mette a cercare lavoro: «Me ne vado, ma vi mancherò»

Lunedì 2 Maggio 2016 di Anna Guaita
Obama saluta la Casa Bianca e si mette a cercare lavoro: «Me ne vado, ma vi mancherò»

New York – La famiglia Obama lascerà la Casa Bianca il 20 gennaio prossimo, ma resterà a Washington per altri due anni, per dare tempo alla figlia minore, Sasha, di finire il liceo. Ma i presidenti di solito «si tolgono di torno», lo ha ammesso Obama stesso. E dunque tutti si chiedono come Barack passerà il suo tempo in questi due anni. E alla cena annuale con i giornalisti, sabato sera, il presidente ha affrontato di petto la questione, con un video che ha fatto ridere, ed è subito diventato virale nel web, ma che conteneva anche molti messaggi amari, dolenti e sarcastici.

La cena annuale con i corrispondenti è un’occasione in cui tutti hanno il permesso e il diritto di prendere in giro se stessi e i rivali, senza peli sulla lingua, senza censure. La cena dello scorso sabato era l’ultima per Obama presidente, e lui è andato al microfono accompagnato dalle note della canzone “You are going to miss me when I’m gone” (Vi mancherò quando sarò andato via). E dopo aver scherzato un po’ su tutti, da Hillary a Sanders, per arrivare a Donald Trump e agli stessi giornalisti in sala, ha fatto trasmettere il video. Essenzialmente i circa 4 minuti sono dedicati a un Obama pensieroso sul suo futuro: il filmato si apre con i giornalisti tv che si chiedono proprio cosa farà il presidente, e Chuck Todd della Nbc che scherza «Obama passerà dall’essere comandante in capo a comandante sul divano». Irritato, Obama reagisce con un “f++k Chuck Todd!”, parolaccia censurata ma ovvia. E poi però lo vediamo proprio sdraiato su un divano che chiacchiera con un distratto vice Joe Biden, che alla fine gli consiglia di prendersi la patente e di provare a fare l’allenatore volontario di una squadra di basket.

La squadra neanche lo ascolta e gli chiude il telefono in faccia. E quando poi Obama va alla motorizzazione a chiedere la nuova patente, ecco l’impiegata che rabbrividisce non appena sente che il suo nome è “Barack Hussein Obama”, e sospetta che il suo certificato di nascita sia finto. Obama si toglie così il primo sassolino dalla scarpa, dopo aver per anni dovuto subire i sospetti di chi (guidati proprio da Donald Trump) chiedevano che presentasse un certificato di nascita che provasse che non era nato in Africa.

Annoiato e scoraggiato, eccolo che si mette a giocare con il cellulare di Michelle, che lo rimbrotta e alla fine gli consiglia di chiedere consiglio a qualcuno che abbia vissuto simili esperienze. E qui arriva il colpo da maestro: tutti immaginano che Obama stia per chiamare un ex presidente, magari George Bush o Bill Clinton, e invece chiama John Boehner.

La sonora risata in aula, e l’immediato infuocarsi dei commenti tweet hanno dimostrato quanto astuta sia stata la scelta. Bohener è stato speaker della Camera, l’uomo con cui Obama tentò nel 2011 di fare il “grand bargain”, il “grande accordo” bipartitico sul bilancio, le tasse, l’immigrazione. Accordo che crollò sotto la resistenza del Tea Party e dell’ala destra del partito repubblicano, di cui poi Boehner è rimasto ostaggio, e per colpa del quale ha perso la sua posizione lo scorso autunno, sostituito dal giovane Paul Ryan.

Invece eccoli, fianco a fianco, Obama e Boehner, a mangiucchiare pop corn mentre guardano la fine del film “Toy Story” e Boehner si asciuga le lacrime (è noto che piangeva spesso e volentieri). Il messaggio di Obama? Guardateci, fianco a fianco a scherzare amabilmente, non eravamo nemici, potevamo lavorare insieme se ce lo aveste lasciato fare. Ma il messaggio è consegnato attraverso una serie di battute: «Potrai essere libero di essere di nuovo te stesso, se ti ricordi come fare - dice Boehner -. Io oggi mi sono bevuto una birra alle 11:30 del mattino! E poi puoi giocare a golf, goderti la vita, canticchiare». Obama comincia a rilassarsi, confessa che non vede l’ora di poter indossare jeans più comodi «Non sopporto proprio questi jeans così stretti». Poi sembra quasi cedere alla tentazione quando l’ex collega gli offre un pacchetto di sigarette: chissà se uscito dalla Casa Bianca Obama tornerà a fumare?

La battuta che corona tutto viene proprio da Boehner, che chinandosi verso Obama, aggiunge: «Finalmente ho ottenuto il mio grand bargain!». Non quello politico che avrebbe fatto storia, ma un affarone per l’acquisto di una Chevy Tahoe, un Suv a prezzi concorrenziali. Non va persa questa battuta, perché conferma quello che si sospettava, e cioé che Boehner, pur essendo un uomo di destra, era un uomo di Stato e avrebbe voluto giungere a un accordo con Obama, senza l’opposizione dell’estrema destra. E se Obama ha scelto lui per il video con cui salutava la Casa Bianca e meditava sul futuro si deve al fatto che pochi giorni fa Boehner ha definito uno dei due candidati repubblicani alla presidenza, Ted Cruz “l‘incarnazione di Lucifero”: Ted Cruz è proprio uno dei senatori che contribuì a bloccare  il “grand bargain” e che ha poi – dal Senato – influito sulla Camera contro ogni tentativo di compromesso da parte di Boehner e Obama.

Il video si conclude con Obama, Boehner e l’impiegata della motorizzazione che camminano sfottenti e liberi nel corridoio della Casa Bianca, verso quello che dovrebbe essere un futuro libero e divertente.

Ma al di là delle risate, bisogna ascoltare le parole di un autorevole giovane politologo, Ezra Klein: «Lo scherzo era che Obama non stava scherzando».

Il suo discorso, le sue battute, e il video sono stati un modo per dire al pubblico: “Me ne vado, ma vi mancherò”, proprio come dicevano la parole della canzone di Anna Kendrick.

Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA