Italiani intrappolati in un resort di Turks e Caicos: «Murati vivi nei bagni in balia dell'uragano»

Domenica 10 Settembre 2017 di Veronica Cursi e Elena Panarella
Italiani intrappolati in un resort di Turks e Caicos: «Murati vivi nei bagni in balia dell'uragano»
Luoghi incontaminati andati distrutti, vacanze da sogno che si sono trasformate in un incubo. Sono giorni di paura per tanti italiani rimasti bloccati nelle isole dei Caraibi devastate dall'uragano Irma. Alcuni di loro risultano ancora irraggiungibili, altri riescono a comunicare a fatica con i familiari chiusi nelle stanze degli alberghi. Ma ora si teme per l'arrivo nelle prossime ore di un nuovo uragano José che si è rafforzato a categoria 4 con venti di 240 km/h. Da tre giorni una coppia di ragazzi romani G. M, di 25 anni insieme al suo fidanzato, si trova bloccata nel Club Med Turquoise nell'arcipelago di Turks e Caicos. Erano arrivati lì per una vacanza romantica. Ma quel resort da sogno è diventato la loro trappola. Con loro ci sarebbe anche un'altra famiglia di italiani. «Mia figlia e il suo ragazzo - racconta la mamma - insieme ad altri ospiti stranieri sono stati chiusi nei piani superiori del Club Med, gli unici agibili, visto che le stanze dei piani inferiori sono completamente allagate. Hanno passato lì tutta la notte con viveri, acqua e torce. Ma non hanno la possibilità di uscire. Sono ragazzi giovani, impauriti e disorientati. Comunicano con sms e hanno un generatore attivo ma ancora per poco». L'isola, come tutti i Caraibi, è praticamente rasa al suolo.

VIRGIN GORDA RASA AL SUOLO
«La situazione è drammatica. Hanno passato la notte murati nelle stanze, solo dopo ore hanno avuto la possibilità di aprire le finestre per far arieggiare». La coppia era sull'isola per una vacanza di una settimana. «Il giorno dopo il loro arrivo - aggiunge ancora la mamma - erano stati informati di un'allerta meteo ma i tour operator tendevano a minimizzare ripetendo che non c'era nessun pericolo. Quando hanno capito la gravità della situazione era ormai troppo tardi. I voli erano già tutti pieni e si dava la precedenza a chi aveva già una prenotazione, poi hanno chiuso gli aeroporti e loro sono rimasti bloccati. La mia paura è che tra poco probabilmente non riusciremo più a nemmeno comunicare». E sono almeno una trentina gli italiani che vivono a Virgin Gorda, la terza isola più grande delle Isole Vergini britanniche completamente rasa al suolo. «La nostra isola - racconta Guendalina Buzzanca, romana che vive lì da 5 anni ma fortunatamente si trovava in vacanza a Roma - è rasa al suolo: 9 case su 10 sono crollate e tutti i resort sono distrutti. C'è bisogno di aiuti. Da noi vivono anche diversi italiani, non hanno più cibo né acqua. I contatti telefonici sono interrotti». A Virgin Gorda vive anche Raffaele Rispoli, 36 anni di Napoli: da martedì pomeriggio sua sorella Adele non ha più notizie di lui. «Abbiamo creato un gruppo di italiani su Facebook per lanciare un appello a chiunque sappia qualcosa», spiega. E c'è apprensione anche per 13 persone che si trovano in un'altra delle Isole Vergini britanniche, Tortola. «Mio zio Antonio Spada vive li, lavora in un ristorante ed era appena rientrato da una vacanza - racconta Roberto Colucci - è in condizioni disperate. Abbiamo paura per loro».

DEVASTAZIONE A SAINT MARTIN
Dopo il passaggio dell'uragano sulle isole di Saint Martin e Saint Barthelemy rimangono solo macerie e montagne di auto accatastate. I testimoni bloccati sul posto descrivono uno scenario apocalittico. «Abbiamo paura, viveri e acqua stanno finendo», racconta chiusa in un albergo di Saint Martin (il Mercure) o di ciò che rimane dopo l'uragano, Alessandra Maffi, 48 anni, avvocato di Roma. «Fuori c'è l'inferno», si è rivolta così alla sorella, prima che la linea cadesse. Da una settimana la donna è in vacanza con il compagno e il figlio di 5 anni nella zona ovest dell'isola (la parte francese). Sono partiti sabato scorso e si sono trovati in mezzo alla catastrofe: «Cibo e acqua stanno finendo - spiega Annamaria, la sorella -. Nell'albergo sono arrivate anche persone del posto perché le loro case non sono più sicure e non avevano altro riparo. Ci ha chiesto di sollecitare le autorità italiane perché nei tg si parla molto dei danni e poco delle persone che sono bloccate». «Ci ha detto anche del timore di saccheggi che sarebbero avvenuti in altri alberghi - prosegue -. Poi la linea è caduta perché le telefonate sono difficili: pochi secondi e si interrompono». L'ultima telefonata di Alessandra risale a venerdì sera «l'ho sentita più preoccupata delle altre volte. Bisogna fare il possibile per recuperare queste persone intrappolate in questi luoghi».
Ultimo aggiornamento: 11:14