Londra, incendio alla Grenfell Tower, uccisi dalle norme antincendio: i pompieri consigliarono di restare chiusi in casa

Sabato 17 Giugno 2017 di Federica Macagnone
Londra, incendio alla Grenfell Tower, uccisi dalle norme antincendio: i pompieri consigliarono di restare chiusi in casa
Adesso è il tempo della verità. Monta la rabbia dei residenti e delle famiglie che hanno perso i loro cari nel rogo della Grenfell Tower, di Londra. A finire sotto torchio, oltre ai sistemi antincendio che non hanno funzionato e al materiale adoperato nella ristrutturazione, è la procedura dello “stay put”, quella che prescrive di rimanere nella propria abitazione se il rogo non coinvolge la propria casa o appartamenti limitrofi.

Procedura standard. La politica dello “stay put” è una pietra angolare del sistema di sicurezza britannico dell'edilizia popolare dagli anni '50, e quindi lo era anche per la Grenfell Tower: non a caso i vigili del fuoco, nelle tragiche ore dell'incendio, hanno continuato a consigliare di rimanere in casa ai residenti che chiamavano nel panico il numero di emergenza. Un avviso che, inoltre, era stato diramato tramite una newsletter a tutti gli inquilini del grattacielo: «La nostra politica rimane in vigore salvo modifiche. Questo significa (a meno che non ci sia un incendio nel tuo appartamento o nei corridoi al di fuori della tua abitazione) che puoi rimanere in casa». In generale, come sostengono dalla London Fire Brigade, se un incendio scoppia in un palazzo, le persone che ci vivono - i cui appartamenti non stanno andando a fuoco e non sono saturi di fumo - sono "di solito più al sicuro" restando nelle loro case.
Una policy standard applicata per quei palazzi che hanno determinate caratteristiche di sicurezza e che, evidentemente, non riguardava la Grenfell Tower. «Il consiglio della London Fire Brigade nei palazzi è che, se non è coinvolta la propria abitazione, è meglio stare dentro - ha detto Paul Embery, segretario regionale della FBU (Fire Brigade Union) - L'idea alla base di tutto è che i sistemi di sicurezza, i materiali usati nel palazzo, le porti antincendio e altro ancora dovrebbero essere sufficienti per contenere le fiamme, mentre se si abbandona l'appartamento si potrebbe essere esposti al fumo e al fuoco stesso». 

La ristrutturazione. Elfyn Edwards, esperto di sicurezza in caso di incendio ed ex pompiere, afferma che lo “stay put” è stato ideato per impedire ai residenti, non direttamente coinvolti, di bloccare le scale, impedendo a chi è in pericolo di potersi allontanare. Tuttavia, tutto dipende da come il palazzo è stato costruito e dalle successive ristrutturazioni: gli appartamenti all'interno dei palazzi, come confermano le norme di sicurezza antincendio del Regno Unito, dovrebbero essere costruiti in modo da “contenere” il fuoco per un determinato periodo, per evitare che le fiamme si propaghino. In secondo luogo, gli edifici dovrebbero essere strutturati in modo tale da non lasciare “vie di fuga” al fuoco. Ma la Grenfell Tower è stata ristrutturata nel 2016 e solo la conclusione dell'inchiesta potrà confermare se i lavori non sono stati a norma e come il materiale adoperato possa aver favorito la propagazione delle fiamme.
«La politica dello “Stay put” dovrebbe essere rivista per quei palazzi di edilizia popolare che hanno subito grandi lavori di ristrutturazione - ha dichiarato Darren Baird, ex agente di sicurezza al servizio del Greater Manchester e amministratore delegato della “Total Fire Services” - Ho assistito a centinaia di incendi in grattacieli e difficilmente ho visto le fiamme propagarsi oltre l'appartamento di origine. I principi di questa prassi sono basati su abitazioni che possono contenere un incendio per almeno 60 minuti, a volte fino a tre ore. Tuttavia il principio dei "60 minuti" potrebbe fallire se le fiamme escono dalla finestra e, a causa di lavori di ristrutturazione importanti, riescono a propagarsi».
Il problema, per Baird, è da ricercarsi nei lavori eseguiti sul palazzo. «Se il tuo appartamento è in fiamme scappa, ma se non è il tuo che brucia normalmente sei al sicuro. Il problema è che alcuni lavori di ristrutturazione rischiano di alterare la compartimentazione, lasciando vie di fuga che accelerano la diffusione dell'incendio. Nelle grandi ristrutturazioni possono essere stati modificati la pavimentazione, il rivestimento esterno e potrebbero essere state lasciate vie di fuga che trasformano un palazzo in un enorme formaggio svizzero dove il fuoco si propaga più velocemente».

La polemica. La procedura, adottata come protocollo dal London Fire Brigade, ha scatenato molte proteste dei residenti e dei familiari, molti dei quali sono rimasti intrappolati: il consiglio, per loro, era stato quello di non muoversi dai loro appartamenti. Secondo il London Evening Standard, la newsletter era stata pubblicata anche sul sito del Kensington e del Chelsea Council nel 2014, in cui si ribadiva «l'adesione alla politica dello “Stay put” in quanto il palazzo era stato costruito sulla base di rigorosi standard di sicurezza antincendio. Le porte possono trattenere il fuoco per 30 minuti, dando molto tempo ai vigili del fuoco per arrivare». Lo “stay put” fu già messo in discussione nel 2009, quando in un incendio al Lakanal House, a sud di Londra, persero la vita tre donne e tre bambini.

La paura. E adesso scatta la paura anche negli altri grattacieli vicini alla Grenfell Tower gestiti dalla Kensington and Chelsea Tenants Management Organisation: le famiglie che vivono nella vicina Adair Tower confermano che anche loro hanno ricevuto istruzioni di rimanere nelle loro case in caso di incendio e sentono che questa policy rischia di mettere a repentaglio anche le loro vite.
«Sono stato svegliato quel giorno dall'odore di bruciato - ha detto Fabio Freemantle, che vive al 13° piano e ha raccontato l'esperienza vissuta qualche mese fa nel suo palazzo - Non c'erano allarmi, non ci sono sistemi di spegnimento e nemmeno pulsanti antipanico. Ho trascinato il mio vicino anziano fuori dal suo appartamento e siamo scesi giù per 189 gradini. Ho ignorato lo “stay put”: la tua vita è troppo preziosa per rimanere dentro ad attendere».
Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA