Il caos degli irreperibili, i francesi credono solo al metodo del Dna

Lunedì 18 Luglio 2016 di Mauro Evangelisti
dal nostro inviato
NIZZA Come è possibile che 72 ore dopo la strage della promenade des Anglais vi siano ancora persone che stanno cercando disperatamente i loro cari? Perché, solo per quanto riguarda gli italiani, vi sono almeno una quindicina ancora irreperibili? In particolare, per cinque di loro si ha certezza che quella sera erano a guardare i fuochi d'artificio per il 14 luglio in uno dei lungomare più bello del mondo. Ieri sulla promenade c'erano ancora numerosi manifesti lasciati dai familiari o amici alla ricerca dei loro cari, lo stesso flusso di angoscia e dolore prosegue su Twitter, con l'hashtag #recherchenice, e su Facebook. Tra i cittadini di Nizza c'è chi ritiene che si stia andando troppo lentamente con l'identificazione di feriti e cadaveri, perché questo aumenta il dolore delle famiglie. Allarga le braccia Jean, un anziano tassista: «I feriti ormai sono meno di cento, una parte consistente dei cadaveri ha un nome. Allora, per i restanti, perché non si fa una ricerca mirata su coloro che i familiari stanno ancora cercando?». È una domanda che rilanciano anche i familiari degli italiani non ancora rintracciati.

Degli 84 morti, l'ultimo dato disponibile parla di 16 cadaveri ancora senza nome; ieri il Ministero della Salute ha parlato inoltre di 85 feriti ancora ricoverati al Pasteur e in altri ospedali, di questi 29 sono ancora in terapia intensiva. Ormai le persone ricoverate hanno tutte un nome.

LE RAGIONI
Ci sono due ragioni particolari che hanno reso complesso il completamento della ricerca dei dispersi. Il primo è che alcuni dei feriti hanno il volto irriconoscibile. Fino a sabato era dispersa Marinella Ravotti, 55 anni, piemontese, moglie di Andrea Avagnina, ricoverato in gravi condizioni al Pasteur. Bene, la figlia l'ha trovata quasi per caso nello stesso ospedale, in terapia intensiva, ma l'ha potuta riconoscere solo grazie alla fede nuziale della donna, perché aveva i capelli rasati e il volto tumefatto e in parte fasciato. L'altro elemento che ritarda tutte le risposte è la scelta rigorosa delle autorità francesi, almeno fino a sabato, di non procedere a un riconoscimento a vista dei cadaveri senza documenti, ma di affidarsi alla prova del Dna, per la quale serve più tempo.

Ecco perché anche ieri, sulla promenade c'erano anche i manifesti con le foto lasciati da chi cerca un proprio caro.
Missing c'è scritto sul manifestino con la foto di un ventenne americano, Nick Leslie, studente di Berkeley, la stessa foto con ricerca di aiuto è stata pubblicata su Twitter e Facebook, mentre lo zio sta visitando tutti gli ospedali del sud della Francia sperando di trovare il nipote.

Disparition è invece la scritta che campeggia, sempre su un manifesto in bianco e nero, appeso su un gazebo con il nastro adesivo, per cercare un ragazzo di 22 anni, ucraino, che studia all'Università di Edmonton, in Canada, Misha Bazelevsky. E poi sono ovunque i manifesti che cercano Aldjia Bouzaouit, 42 anni, madre di famiglia di Nizza. Era andata a prendere un gelato quella sera, sulla Promenade. Purtroppo a volte le ricerche terminano con il messaggio dei familiari che ringraziano per l'aiuto, ma purtroppo non c'è più nulla da fare. Ieri ha scritto su Facebook la sorella della sedicenne Laura Borla: «Vi devo annunciare che Laura ci ha lasciato...grazie a tutti per avere diffuso le immagini della mia sorellina... Riposa in pace, già ci manchi».