Francia, Fillon indagato: caccia al successore

Mercoledì 15 Marzo 2017 di Francesca Pierantozzi
Francia, Fillon indagato: caccia al successore
PARIGI «Chi potrebbe mai immaginare un solo istante il generale De Gaulle indagato?» tuonava sette mesi fa in un comizio François Fillon. L'allora candidato alle primarie della destra aveva nel mirino il suo rivale Nicolas Sarkozy, all'epoca indagato in due inchieste. «Chi chiede la fiducia ai francesi ne deve essere degno, deve essere irreprensibile», aveva chiosato Fillon. Altri tempi, altri indagati. Oggi tutti riescono a immaginare senza difficoltà François Fillon indagato, a cominciare da lui stesso. E pazienza per il generale de Gaulle.

DAVANTI AI GIUDICI
Il candidato della destra alle presidenziali si è concesso ieri una pausa nella campagna per presentarsi davanti ai giudici che gli hanno comunicato la sua iscrizione nel registro degli indagati. L'inchiesta: quella sui presunti impieghi fittizi della moglie Penelope e dei figli Marie e Charles, stipendiati per anni come suoi assistenti parlamentari, ma anche sulle sue dichiarazioni patrimoniali all'Alta autorità per la trasparenza pubblica. I capi d'accusa: appropriazione indebita di fondi pubblici, abuso di beni sociali, complicità e occultamento di reato, violazione agli obblighi di comunicazioni sul patrimonio personale. Tutto come previsto tranne la data: Fillon avrebbe dovuto presentarsi oggi, ma ha anticipato di un giorno per dribblare i giornalisti ed evitare foto che potrebbero danneggiare ulteriormente la sua immagine già parecchio malmenata. Se ha evitato di fare come la collega candidata Marine Le Pen (che ha rifiutato di presentarsi dai giudici per un'inchiesta su impieghi fittizi all'Europarlamento), Fillon non ha però nemmeno risposto a nessuna domanda. Si è limitato a leggere una dichiarazione in cui contesta le accuse, mette in dubbio l'imparzialità della giustizia e getta sospetti sul calendario dell'inchiesta, arrivata a puntino per gettare scompiglio nella corsa all'Eliseo. Fillon ha ribadito «la realtà innegabile» del lavoro svolto dalla moglie. Ha evocato «gestione della posta, organizzazione dell'agenda, presenza a eventi locali, inaugurazioni, manifestazioni sportive e culturali». Ma ha anche criticato la tempistica dell'inchiesta: «mi avete convocato in modo precipitoso per fatti che risalgono, in alcuni a casi, a più di vent'anni fa».

NUOVE RIVELAZIONI
Fuori le rivelazioni continuano. L'ultima riguarda i figli: hanno riversato parte degli stipendi percepiti come assistenti parlamentari sul conto dei genitori. La cosa potrebbe indicare che non si trattava di veri stipendi per veri lavori ma di un modo per Fillon di arrotondare le entrate? Assolutamente no, hanno ribattuto gli avvocati: Marie voleva solo rimborsare parte delle spese sostenute da mamma e papà per il suo matrimonio, mentre Charles voleva restituire parte degli affitti e delle paghette ricevute dai genitori quando era studente.

Unica consolazione per Fillon, che da ieri è il primo candidato indagato nella storia delle presidenziali francesi, è che la giustizia non se la prende solo con lui. Marine Le Pen, oltre all'affare degli impieghi fittizi all'Europarlamento, è coinvolta anche in un dossier di evasione fiscale: avrebbe dichiarato un valore molto inferiore per i suoi beni patrimoniali, il castello di Montretout, che possiede con il padre Jean-Marie e la sorella maggiore Yann, e la casa storica di Rueil-Malmaison, anche quella di proprietà di tutta la famiglia Le Pen. Sfiorato dalla giustizia anche il candidato liberal Emmanuel Macron. È stata infatti aperta un'inchiesta preliminare dall'Ufficio centrale anticorruzione sull'organizzazione di una serata di imprenditori e dirigenti di start-up a Las Vegas nel gennaio 2016 cui aveva partecipato anche Macron allora ministro dell'Economia. L'inchiesta riguarda l'organizzazione dell'evento - che si è svolta senza gara d'appalto - ma non coinvolge Macron. Il movimento En marche ha d'altra parte diffuso ieri un comunicato per sottolineare che «l'inchiesta non riguarda in alcun modo Emmanuel Macron, né alcun membro del suo gabinetto» e che ci saranno «azioni giudiziarie contro chiunque cercherà di insinuare una sua qualsiasi responsabilità».

 
Ultimo aggiornamento: 22:53