Terrorismo, flop sicurezza: ira dei francesi. Allo studio nuove misure speciali

Giovedì 28 Luglio 2016 di Francesca Pierantozzi
Terrorismo, flop sicurezza: ira dei francesi. Allo studio nuove misure speciali
PARIGI Resisterà la République alla paura? Resisteranno i valori, la presunzione di innocenza, le garanzie individuali agli attacchi? François Hollande cerca di tenere duro e con lui il governo. Ieri il presidente ha fatto sapere al termine del Consiglio dei Ministri e prima dell'ennesimo consiglio straordinario di Difesa, che «il terrorismo si vincerà con le armi della République».

Ma queste armi sembrano sempre meno efficaci, e sempre più numerosi - a destra ma anche a sinistra, i sindaci, l'opinione pubblica - sono quelli che chiedono leggi speciali, misure straordinarie, uno stato più forte che di diritto, che combatta e vinca la guerra. Dopo Nizza e dopo Rouen, il ministro dell'Interno Cazeneuve ha precisato, se mai ce ne fosse bisogno, che «il livello della minaccia terroristica è altissimo, come non lo è mai stato». Per far fronte, il ministro ha annunciato il rafforzamento nazionale anti-jihad e un nuovo patto con i sindaci, visto che ormai è chiaro: possono colpire dovunque, al centro di Parigi, sul Lungomare più famoso della Costa Azzurra, in un borgo sconosciuto della Normandia. Il ministro della Difesa Le Drian ha intanto deciso di dislocare fuori Parigi 6mila dei 10militari del dispositivo Sentinelle (in azione dal gennaio 2015).
 
LA MOBILITAZIONE
L'obiettivo immediato è proteggere questa estate francese sotto attacco. Il ministro ha parlato di «56 eventi da proteggere con la mobilitazione delle forze di pubblica sicurezza. Dopo l'appello del governo ai riservisti, sono già 2500 francesi che hanno risposto presente. L'esercito ormai schierato in luglio e agosto raggruppa più di 70 forze mobili sul territorio».

In tutto siamo ormai a «23.500 poliziotti, gendarmi, militari e riservisti mobilitati». Coinvolti anche i municipi. Una nuova procedura è istituita tra prefetture e sindaci. Il ministro ha chiesto ai prefetti di contattare i municipi in cui sono programmate manifestazioni, «per seguire un dispositivo rigoroso e determinare ogni volta il livello di forze da mobilitare per assicurare il massimo della sicurezza».

L'ultima parola spetterà comunque allo Stato, che potrà decidere di annullare un evento se non sono riunite le condizioni di sicurezza necessarie. A chi chiede la detenzione per tutti gli schedati S, ovvero individui potenzialmente pericolosi per la sicurezza dello stato, radicalizzati o in contatto con ambienti radicali (la maggior parte dei terroristi in azione da Charlie in poi avevano una scheda S) a chi chiede una Guantanamo francese, Cazeneuve ha risposto ieri che «la detenzione preventiva per chi è schedato è anticostituzionale e inefficace».
A Nicolas Sarkozy, che ieri in un'intervista a le Monde si è espresso per un «cambiamento del quadro giuridico anche a costo di rimettere in discussione la presunzione di innocenza e decretare il domicilio coatto per gli individui con una scheda S, Cazeneuve ha indirettamente risposto assicurando che «abbandonare i principi dello stato di diritto sarebbe una vittoria dei terroristi».

LO STRAPPO SULLA LAICITÀ
In compenso qualche strappo si potrebbe fare ai principi della sacrosanta legge del 1905, che regola la laicità à la française e sancisce la netta separazione tra Stato e Chiesa. Secondo il settimanale Le Canard Enchainé Cazeneuve starebbe addirittura pensando a un Concordato con l'Islam con l'obiettivo di organizzare il culto musulmano nel paese e soprattutto consentire un controllo più efficace dello Stato sulle moschee più radicali.

Il ministro avrebbe evocato «i dieci luoghi di culto musulmano chiusi dal suo governo» e avrebbe soprattutto espresso la volontà di chiuderne «molti altri». Il concordato cui pensa Cazeneuve dovrebbe prevedere degli imam stipendiati dallo stato, che però dovrebbe validare la loro nomina. Una misura opposta a quella raccomandata a inizio luglio da un rapporto del Senato che invece chiedeva allo stato di non interferire in nessun modo con l'organizzazione dell'Islam di Francia. Ma dopo c'è stata Nizza. E poi Saint Etienne du Rouvray.
© RIPRODUZIONE RISERVATA