Trump in Vaticano incontra il Papa: colloquio privato di 40 minuti

Mercoledì 24 Maggio 2017 di Franca Giansoldati
Trump in Vaticano incontra il Papa: colloquio privato di 40 minuti

Città del Vaticano - «Bienvenido». Papa Francesco alle 8,30 in punto ha dato il benvenuto al presidente Trump sulla soglia della biblioteca. Il presidente americano ha sfoderato davanti ai fotografi un sorriso a 32 denti, il Papa invece ha accennato appena un sorriso. Il suo volto è rimasto piuttosto serio.

Puntualissimo il presidente Trump e la consorte Melania, in un tailleur di pizzo nero, e veletta sul capo in segno di rispetto, hanno varcato la soglia del papazzo apostolico.

Ad accogliere il corteo d'auto nel cortile di San Damaso, nel cuore del palazzo, c'era il Prefetto della Casa Pontificia, don Georg Gaenswein. "Welcome mr President" che lo ha condotto al piano superiore. Con il Presidente, nel Palazzo Apostolico, anche il genero e la figlia Ivanka. Con loro non c'era la nuova ambasciatrice Callista Gingrich, appena nominata.





Il presidente Usa e il Papa hanno avuto un colloquio privato di 40 minuti nella Sala della Biblioteca dell'appartamento pontificio. Dopo la presentazione della delegazione e lo scambio dei doni, il presidente Usa e la moglie hanno ringraziato cordialmente il Papa e gli hanno stretto la mano per congedarsi: «È per me un grandissimo onore stare qui», ha detto Trump, «Grazie, grazie. Non dimenticherò quello che mi ha detto».

C'è stato anche «uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all'attualità internazionale e alla promozione della pace nel mondo tramite il negoziato politico e il dialogo interreligioso, con particolare riferimento alla situazione in Medioriente e alla tutela delle comunità cristiane» nei «cordiali colloqui» di Trump in Vaticano. Lo riferisce una nota della sala stampa vaticana.

«L'Italia ci sta piacendo molto, è stato un onore incontrare il Papa», ha detto Trump a margine dell'incontro con il premier Paolo Gentiloni a Villa Taverna. «Con il Papa ho avuto un fantastico incontro, lui è una grande persona».


Trump ha consegnato al Papa il suo regalo, un cofanetto di libri di Martin Luther King, mentre il pontefice ha donato al presidente Usa un medaglione con il ramo di ulivo che unisce la pietra divisa e anche tre libri, sulla famiglia, la gioia del Vangelo e «la cura della nostra casa comune: l'ambiente».

Trump, che durante il corteo all'uscita ha conversato col prefetto della Casa pontificia mons. Georg Gaenswein, è sceso alla prima loggia per andare a colloquio con il segretario di Stato, card. Pietro Parolin, e con il segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher.


Stamattina in Via della Conciliazione, i vigili hanno terminato di sigillare la strada. Nastri di plastica ovunque per impedire ad auto e moto di parcheggiare e circolare. Il piano previsto per l’arrivo del serpentone di auto blindate del Presidente Trump è stato studiato in modo tale da non creare problemi al flusso dei pellegrini previsto poiché piazza san Pietro di lì a poco si sarebbe cominciata a riempire di gente come di consueto. Per l’udienza del mercoledì sono attese almeno 25 mila persone. Tutto è rimasto come da programma: alle dieci e mezza il Papa fa un giro tra la folla sulla jeep scoperta e poi inizia la catechesi settimanale.

Il programma della mattinata per Trump e per il Papa è ad incastri. Dopo l'udienza Papale Trump è atteso alla Loggia sottostante, dal Segretario di Stato e poi accompagnato a una rapida visione della basilica di San Pietro. La avrà giusto il tempo di contemplare il Giudizio Universale di Michelangelo, alla Sistina. Il corteo presidenziale è entrato dal Perugino, un ingresso secondario, di sevizio, solitamente riservato ai lavoratori vaticani. Stavolta però, in via straordinaria, è stato utilizzato da un Capo di Stato per non creare scompiglio all’afflusso dei gruppi dei fedeli in piazza. Per i dipendenti è stato aperto l’ingresso di Santa Rosa, su piazza Risorgimento.

Nel Palazzo Apostolico stamattina sono state sistemate le ultime cose. Il colloquio era contingentato dalla disponibilità dalle agende. Al di là del Tevere fanno sapere che non è stata concordata nessuna agenda e che la conversazione sarà spontanea, libera da schemi. Trump e il Papa si confronteranno, spingendosi oltre le rispettive distanze. Più probabile che si concentreranno su terreni comuni, come il bisogno di arginare il terrorismo, il dialogo inter-religioso, la difesa dei cristiani in Medio Oriente. Un ruolo essenziale lo giocherà la capacità empatica di Francesco, capace di mettere a proprio agio gli ospiti, ed ascoltarli.

 
 

Proprio ieri, alla vigilia, affidava a Twitter un pensiero emblematico, capace di racchiudere il senso dell’appuntamento. «E’ nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso. E’ attraverso il dialogo che costruiamo la pace, prendendoci cura di tutti». La scorsa settimana, tornando da Fatima, aveva lanciato altri messaggi: «Io non do mai un giudizio su una persona senza ascoltarla. Parlando, usciranno le cose. Dirò quello che penso e lui quello che pensa. Sui migranti sapete bene ciò che penso. Ma non ho mai voluto dare un giudizio senza prima sentire la persona».

Fuori dal Palazzo Apostolico, nel cortile di Dan Damaso, è restata la famosa valigetta nera. In gergo è chiamata Football. Quella che contiene i codici dell’arsenale nucleare. Solitamente è custodita da team di cinque incaricati militari provenienti dalle diverse armi.  

Mentre Trump e Papa Francesco con l'udienza odierna cercano di recuperare terreno, negli Stati Uniti i vescovi sono sul piede di guerra per la decisione dei repubblicani di ridurre considerevolmente il budget relativo a capitoli di spesa legati al sociale, allargando di contro voci relative alle spese militari.  Ci saranno – per i prossimi dieci anni - tagli per oltre 72 miliardi per i disabili, su cui contano milioni di famiglie. Eliminati anche i programmi di prestiti per sostenere l’educazione degli studenti più poveri all’università. I repubblicani sostengono che il sistema assistenziale «è diventato insostenibile e che troppi americani ne approfittano, preferendo non cercare lavoro e chiedere i sussidi».

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA