Trattati di Roma, antagonisti divisi: incognita "cani sciolti"

Sabato 25 Marzo 2017 di Cristiana Mangani e Sara Menafra
Trattati di Roma, antagonisti divisi: incognita "cani sciolti"
Numeri bassi e forti divisioni politiche. Gli ingredienti per una manifestazione a rischio infiltrazione da parte di gruppetti violenti ci sono tutti per il corteo Eurostop che partirà oggi pomeriggio alle 14 da piazza di Porta San Paolo. E alle criticità iniziali si sommano un percorso che ha almeno un tratto di «imbuto», all'interno del quartiere Testaccio, e una conclusione senza vie di uscita, davanti alla Bocca della verità.

ANTAGONISTI DIVISI
Pensata tempo fa come la manifestazione che avrebbe dovuto raccogliere tutta la sinistra «antagonista» contro «questa» Europa, il corteo Eurostop con il tempo ha perso pezzi e si è sempre più diviso. Le informative raccolte dalle Digos di mezza Italia parlano di una spaccatura politica tra il centrosociale torinese leader nelle battaglie no tav Askatasuna e la rete Infoaut da un lato, e i gruppi «veneti» dei centri sociali Pedro di Padova e Morion di Venezia. I primi, assieme ai sindacati Usb - promotori del corteo e delegati a trattare con la questura - propongono una manifestazione «per il no sociale a Ue, Euro e Nato», i secondi, che accusano l'area torinese di essere «sovranista» e propongono di manifestare «con l'Europa delle lotte per l'Europa dei diritti», in questi giorni hanno finito per sfilarsi dall'organizzazione attiva del corteo, lasciando la gestione ai sindacati di base e, appunto, all'Askatasuna. Una divisione che secondo gli analisti può esporre ancora di più la manifestazione «Eurostop» al rischio di infiltrazioni violente.

Il pericolo, però, è che le piccole organizzazioni più pericolose puntino ad agire fin dalla mattina, quando il vertice europeo sarà in corso e le telecamere di tutto il mondo puntate su Roma. Proprio per questo è considerata a rischio infiltrazione anche la manifestazione «Nostra Europa», alla quale partecipa la sinistra «istituzionale» indetta da Legambiente, Arci, Socialforum, l'associazione politica di Janis Varoufakis Diem, che parte alle 11 da piazza Vittorio Emanuele, per chiudersi all'Arco di Travertino.

I «VENETI»
Più delle realtà maggiormente conosciute, a preoccupare sono soprattutto i gruppetti, spesso con numeri davvero modesti, provenienti dal Veneto e dall'Emilia Romagna. Gli anarchici che si riconoscono nella rete Informa-azione, quelli di un'area dura ma dai numeri minimi come il Gramigna, i collettivi universitari bolognesi che si sono fatti conoscere per le manifestazioni contro i tornelli nella biblioteca universitaria, i napoletani che sono scesi in piazza contro il comizio di Matteo Salvini due settimane fa, finendo per scontrarsi violentemente con la polizia, sono alcuni tra quelli monitorati con maggiore attenzione da giorni perché avrebbero manifestato la volontà di mettere in atto gesti simbolici anche violenti. Del resto, la conclusione della manifestazione Eurostop alla Bocca della Verità dista di qualche centinaia di metri dall'inizio della «zona blu» altamente presidiata. E, visto che il corteo non ha vie di fuga laterali, alcuni potrebbero staccarsi dal corteo e tentare lo «sfondamento». Proprio per questo saranno tenuti sotto controllo fin dal momento del loro ingresso in città.

LA NOTTE
Già ieri sera, l'attenzione si è concentrata sui punti di arrivo notturni e in particolare sulla sede del «collettivo Promakos» e del «comitato di lotta di villa Gordiani». Il manifesto con il quale aderiscono alla manifestazione di oggi è piuttosto esplicito: «Da Parigi a Oakland i venti delle rivolte stanno diffondendo un nuovo slogan: essere ingovernabili, come ingovernabile deve essere la rabbia di chi percepisce il nulla di fronte a sé, la determinazione di chi vuole tutto. Agiamo». Sulla pagina Facebook del gruppo, il manifesto è accompagnato da foto di gente che sfila a volto coperto e dalle indicazioni per la raccolta fondi destinati a chi è andato a processo per aver «ristrutturato» il banchetto della Lega, un'aggressione avvenuta a Parma due anni fa, con il segretario del partito di Matteo Salvini preso a calci e pugni. Tutti segnali che certo non tranquillizzano l'intelligenceR.

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