Il procuratore Chiaro: «Qualche assoluzione in più, ma le vittime continueranno a essere indagate»

Venerdì 5 Maggio 2017 di Claudia Guasco
Il procuratore Chiaro: «Qualche assoluzione in più, ma le vittime continueranno a essere indagate»
dal nostro inviato
LODI - Uno dei fascicoli sulla scrivania di Domenico Chiaro, dallo scorso agosto capo della Procura di Lodi, è quanto mai attuale. L’indagato per omicidio volontario è Mario Cattaeo, il ristoratore di Gugnano che a marzo ha ucciso con un colpo di fucile uno dei ladri entrati nel suo locale.

Probabilmente, se la modifica dell’articolo 59 sulla legittima difesa fosse passata prima della sparatoria, la situazione del cuoco non sarebbe cambiata. «Ora ci sarà qualche assoluzione in più rispetto alla vecchia disciplina, quando magari nel dubbio si comminavano condanne al minimo della pena. Ma nella pratica è molto difficile che, in caso di morte dell’aggressore, sia cosi evidente il turbamento psichico. Nella maggior parte delle situazioni, le modalità della sparatoria non sono chiare. Avvengono in luoghi isolati, senza telecamere e spesso nemmeno testimoni. L’iscrizione al registro degli indagati, che non risulta nel certificato penale, è un passaggio obbligato per garantire la vittima della rapina, che può partecipare agli accertamenti».

Procuratore, come valuta questa riforma?
«Mi sembra buona. Nella vicenda di Gugnano c’è stata una partecipazione emotiva talmente forte che sembrava fosse giusto sparare ai rapinatori. A noi non fa piacere mettere sotto inchiesta una vittima di un furto che ha aperto il fuoco, è lo stesso obbligo che con tristezza ci porta a indagare un padre che facendo retromarcia non ha visto il figlio e lo ha investito. La legge però ci obbliga a intervenire e a Gugnano abbiamo dovuto farlo anche per evitare che altri pensino che si possa sparare a un estraneo che si arrampica sulla recinzione di casa. Questo è il senso dello Stato di diritto, noi processiamo anche se la gente imbraccia i forconi. E se la legge cambia, ci adeguiamo».

Quali saranno le novità?
«C’erano diverse proposte in campo alla fine il governo ha deciso di incidere sull’articolo 59 che prevede la cosiddetta legittima difesa putativa: si ravvisa qualora un soggetto, pur non essendo nell’ambito della legittima difesa, creda di esserlo. In questo caso si è scelto di intervenire escludendo la colpa in presenza di grave turbamento psichico e la norma rimette all’interprete, quindi al giudice, i casi in cui sussista».

Ad esempio di notte.
«Questa è una suggestione, trasformata in polemica da chi ritiene la riforma una mini truffa. La proposta di legge parte dalla considerazione che la norma vada già bene, solo che venga ampliata l’operatività della difesa legittima putativa considerando la causa scriminante anche quando una persona sia erroneamente convinto che sussista. In pratica si esclude la conseguenza di questo errore quando è causato da turbamento psichico, che sembra poco ma è tanto. Se una vittima è sorpresa nel sonno non è in grado assumere scelte lucide e precise, non ragione: il legislatore ha interpretato la buona fede di persone che devono essere tutelate, permettendo a chi è sottoposto a un forte stress di sbagliare in buona fede e non pagare le conseguenze».

E a questo punto tocca ai magistrati.
«Se la legittima difesa è evidente non ci sarà l’iscrizione al registro degli indagati, se si deve procedere ad accertamenti è doverosa. Senza automatismi, anche per evitare che vengano compiuti omicidi dolosi in famiglia mascherandoli da legittima difesa. La storia del velocista Oscar Pistorius, che sparò alla compagna raccontando di averla scambiata per un ladro, è emblematica. Insomma, indagare chi subisce una rapina e fa fuoco non è scandaloso, è la normale applicazione della legge, che peraltro in caso di assoluzione paga anche le spese processuali».
Ultimo aggiornamento: 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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