Banche, l'Eurogruppo: «La crisi italiana non è acuta», Padoan: «Risparmiatori tutelati dal Governo»

Lunedì 11 Luglio 2016
Banche, l'Eurogruppo: «La crisi italiana non è acuta», Padoan: «Risparmiatori tutelati dal Governo»

È massima prudenza sul caso bancario italiano. Ed è massima l'attesa dei chiarimenti sul negoziato in corso tra Roma e Bruxelles. È prudente innanzitutto il ministro delle finanze tedesche Schaeuble. Lo è il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che è ministro olandese ed è pressato come non mai dagli euroscettici e dagli eurodubbiosi del parlamento nazionale (in Olanda si vota nella primavera 2017). Dijsselbloem adesso indica che la situazione italiana non «è una crisi acuta». C'è tempo. Non si parla di banche italiane all'Eurogruppo, dice il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, visibilmente molto irritato per la narrazione mediatica dell'«affaire», delle trattative Roma-Bruxelles. Formalmente ha ragione, perchè le ricapitalizzazioni preventive con interpretazioni flessibili delle regole del 'bail-in' non fanno parte dell'ordine del giorno dell'Eurogruppo oggi e dell'Ecofin domani. Però è uno dei temi sui quali intervengono pubblicamente molti ministri. Per Padoan è l'occasione per verificare direttamente qual è l'umore degli altri governi circa gli spazi possibili per trovare una soluzione. Il 29 luglio è la data di riferimento: l'Eba divulgherà i risultati degli stress test. Entro quella scadenza, però, sarà meglio aver già trovato le soluzioni.

Sulla trattativa in corso tra Italia e Commissione europea non sono emerse - ai margini delle discussioni dell'Eurogruppo - novità rispetto a quanto emerso negli ultimi giorni. Le discussioni riguardano la posizione dei creditori delle banche che saranno interessate a ricapitalizzazioni cautelative: l'Italia preme per salvaguardare anche gli investitori istituzionali, mentre la Commissione ritiene che un problema di fiducia nel sistema bancario e comunque un problema di proporzionalità nella valutazione degli oneri sui vari soggetti indicati dalle regole del 'bail-in' emerga solo in riferimento agli investitori non istituzionali, quali sono i risparmiatori che hanno investito in obbligazioni convertibili.

Con i giornalisti, il ministro Padoan ha parlato genericamente di «altri strumenti precauzionali», oltre alla possibilità già prevista e autorizzata da Bruxelles di garanzie pubbliche per fronteggiare eventuali crisi di liquidità, strumenti che saranno 'vistì. Sono proprio tali strumenti oggetto del difficile negoziato con la Commissione europea. La cosa certa è che nè le autorità comunitarie nè - almeno finora - l'autorità di supervisione bancaria, cioè la Bce, giudicano 'emergenzialè la situazione delle banche italiane, tale cioè da richiedere una sorta di 'sospensionè delle regole del 'bail-in' per una serie intera di creditori. L'appello alla prudenza è coerente con tale impostazione. Ma è anche volto a calmare le acque in Borsa, a evitare sfiducia oltreconfine.

«I risparmiatori saranno tutelati dal governo», dice Padoan. «C'è tempo», dice il presidente dell'Eurogruppo. Facendo capire che le discussioni tra Roma e Bruxelles continuano senza l'assillo delle ore. Che non c'è di fatto una emergenza dato che il problema dei 'non perfoming loans« non è di adesso, pre-esiste anche a Brexit e comunque non può essere risolto dall'oggi al domani con la bacchetta magica (ecco il riferimento di Dijsselbloem all'impossibilità di 'big solutions').

Schaeuble rimanda al 29 luglio.

Ecco la data di riferimento: se saranno pubblicati i dati sugli stress test da parte dell'Autorità bancaria europea senza che siano già chiare soluzioni al caso Mps e al resto dei problemi aperti nel sistema italiano in relazione alle ricapitalizzazioni cautelative, allora sì che ci potrebbero essere dei problemi seri di instabilità.

Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA